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    Saviano attacca Meloni assente al processo: “Si nasconde perché la vera imputata è lei”

    Di Massimiliano Cassano
    Pubblicato il 22 Dic. 2022 alle 11:54

    Giorgia Meloni non testimonierà in Aula nel processo per diffamazione contro Roberto Saviano nato dopo una sua denuncia per la parola “bastardi” detta dal giornalista e scrittore a PiazzaPulita dopo un servizio sui migranti.

    “Dopo aver deciso di querelarmi – ha detto l’autore di Gomorra – non accetta il confronto nella stessa sede in cui lei mi ha portato, preferendo fare i processi nelle feste di piazza, in televisione e sui social media: ovunque, tranne che in tribunale”.

    Alla presidente del Consiglio è stato domandato esplicitamente se avesse intenzione di ritirare la querela, ma ha confermato di voler andare fino in fondo con il processo.

    Alla festa del decennale di Fratelli d’Italia aveva spiegato di averlo fatto “non da presidente del Consiglio, ma da presidente dell’unico partito di opposizione. Non si trattava di critica. Ripetutamente mi ha dato della ‘bastarda’ affibbiandomi la responsabilità della morte di un bambino in mare, quando ero all’opposizione e neanche lontanamente potevo avere responsabilità”.

    “In continuità con la sua storia politica – ribatte Saviano – Meloni processa i suoi oppositori in piazza, mi ha esposto all’odio dei suoi sostenitori, gettando discredito sulle istituzioni, ma in tribunale non verrà mai, sapete perché? Perché ha paura. Paura di affrontare le conseguenze della sua stessa propaganda“.

    L’argomentazione dello scrittore è che finché non si sottoponga a giuramento in un’aula di tribunale, la premier possa dire ciò che vuole, “anche menzogne, certa di non doverne rispondere, di non dover pagare pegno”.

    “Meloni ha paura perché sa che sul banco degli imputati non ci sono io ma lei, Salvini, Minniti, Piantedosi. Sa che le parole dette e gli atti compiuti restano in decine di video, in articoli di giornale, sui suoi stessi social media”. Il prossimo 27 giugno, nel corso della prossima udienza sul caso, verranno sentiti il conduttore di PiazzaPulita Corrado Formigli e il presidente di Amnesty Italia Riccardo Noury.

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