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    Salvini condivide il suo commento: la sardina Meryem Ghannam, minacciata, ora è costretta a cambiare casa

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 3 Lug. 2020 alle 14:34

    È stata costretta a cambiare casa Meryem Ghannam, 26 anni, animatrice del movimento delle Sardine in Toscana, dopo che il leader della Lega Matteo Salvini ha condiviso sui suoi social un post contro di lei. Tutto è iniziato quando Meryem ha commentato su Facebook la notizia dell’uomo della Costa d’Avorio che a Campiglia Marittima (Livorno) ha ucciso e arrostito un gatto alla stazione.

    Pur condannando il gesto, nel suo commento Meryem invitava a contestualizzare il gesto. “Sono vegetariana da 16 anni e non condivido il gesto, però lo capisco”, ha scritto. “Questa emergenza ha gravato sulle entrate di molte famiglie. Non mi meraviglio se una persona presa dalla fame e dall’esasperazione cucinasse il primo animale che si trova davanti. Si chiama istinto di sopravvivenza”.

    Poi il post di Salvini in cui la foto e il commento di Meryem Ghannam sono accompagnati da una scritta a caratteri cubitali: “La ‘Sardina’ difende l’immigrato che cucina il gatto: sono vegetariana, ma lo capisco”. Il post era accompagnato dalla frase: “Ci mancava solo questa…ma come si fa?!?”. La foto riceve migliaia di condivisioni e in breve tempo Meryem viene sommersa da insulti, minacce e commenti d’odio via email e sui social. “Torna nel tuo Paese”, è uno dei messaggi ricevuti da Meryem, “Inutile beduina” oppure “Siete tutti uguali, ecco perché difendi i tuoi simili”.

    Un altro post pubblicato online riportava addirittura il suo indirizzo di casa, la mail, il numero di telefono e gli studi che ha fatto. “La mattina mi sveglio e ho paura ad accendere il telefono”, ha raccontato la 26enne a Repubblica. “La mia casella di posta continua a riempirsi di minacce e messaggi d’odio. Non vado più in giro da sola e mi hanno costretta a lasciare la mia casa”.

    La replica delle Sardine

    Supportata dalle Sardine, Meryem ha deciso di sporgere denuncia alla polizia postale e si è rivolta all’avvocata Cathy La Torre e alla sua associazione “Odiare ti costa”. In un comunicato intanto le Sardine esprimono solidarietà a Meryem Ghannam, specificando che è stata “costretta a cambiare casa a causa della gogna mediatica della Bestia“. “Essere donna, essere di origine marocchina non dovrebbe essere una colpa in un Paese civile. Esprimere opinioni nei limiti del rispetto reciproco non dovrebbe essere un problema in un Paese democratico”, si legge nel comunicato.

    “Eppure in Italia il decadente leader dell’opposizione si permette, nel 2020, di mettere alla gogna una giovane donna di 26 anni, rea di non essersi fermata al “gattino” e di aver analizzato oltre. Non siamo soliti parlare dei nostri avversari politici, siamo nate per creare un’alternativa. Ma non siamo disposte ad assuefarci al fatto che Meryem, una di noi, sia stata travolta da una valanga di minacce, insulti. Che sia stata costretta a lasciare casa e bloccare la casella di posta. Non siamo disposte a tacere l’involuzione politica che ancora oggi la destra italiana dimostra, dopo una pandemia nazionale e un’elezione persa suonando i campanelli e sventolando gattini”.

    “Non siamo disposte a cascare nel tranello del “tanto sono tutti uguali” di grillina memoria, perché non sono tutti uguali”, prosegue il comunicato. “Basta guardarsi intorno: la candidata presidente della Toscana ha fatto carriera sulla pelle degli immigrati di Cascina, quella emiliano-romagnola girava con le magliette su Bibbiano, il capolista di Forza Italia in Emilia Romagna è lo stesso che l’altro giorno veniva scaricato fuori dal Parlamento come un ubriacone in un pub, e i vostri giovani promettenti consiglieri leghisti si fanno strada a suon di selfie col capo e di meme su Meryem che è brutta, grassa, africana e deficiente”.

    “Non vi diremo che vi sbagliate, sia perché Meryem sa difendersi da sola, sia perché se anche vi raccontassimo di quanto è bella non capireste”, proseguono le Sardine. “Piuttosto vi diremo che siete sbagliati. Ve lo diremo il 20 settembre, ve lo diremo con le nostre piazze, i nostri colori e la nostra generosità. Ve lo diremo quando ancora una volta i vostri atteggiamenti da prima elementare non pagheranno nelle urne a voi così care. I nostri nipoti vi studieranno come la massima espressione di decadenza politica nella storia della Repubblica italiana. E a differenza dei vostri predecessori nessuno mai vi dedicherà una statua”.

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