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    Viaggio nell’ex borgata di San Basilio dove spopola la Raggi: qui la sindaca di Roma è al 60%

    Illustrazione di Emanuele Fucecchi

    Niccolò Di Francesco è stato sul campo, nella periferia est della Capitale, per capire le motivazioni dietro il così ampio consenso della sindaca di Roma in questo luogo

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 9 Apr. 2021 alle 10:27 Aggiornato il 9 Apr. 2021 alle 11:28

    La riscossa della Raggi potrebbe partire da San Basilio: è questo quello che emerge dal “viaggio” che TPI ha fatto nella borgata romana che, nonostante degrado e problemi a non finire, è pronta a dare di nuovo fiducia alla prima sindaca donna della storia di Roma.

    Scaricata (anche se non ufficialmente) dal M5S che cerca un accordo con il Pd, osteggiata dall’unico candidato al momento del centrosinistra, Carlo Calenda, derisa dal centrodestra, Virginia Raggi secondo la “vulgata” di alcuni quotidiani che ancora non hanno capito che Roma non è soltanto il Colosseo e via del Corso, non avrebbe infatti alcuna chance di vittoria alle elezioni comunali del prossimo autunno.

    Ma è davvero così? Non proprio. Perché se il gradimento nei confronti della sindaca è effettivamente basso nelle zone borghesi, dal centro ai Parioli, altrettanto non si può dire delle periferie, che già nel 2016 furono lo zoccolo duro del M5S e della Raggi. Cinque anni fa, infatti, il Movimento 5 Stelle si aggiudicò 13 municipi su 15, doppiando quasi ovunque il centrosinistra e lasciando alla coalizione guidata dal Partito Democratico solo il I e il II municipio, il centro storico per l’appunto e Parioli-San Lorenzo.

    Ma le elezioni non si vincono solamente con i voti del centro storico, ma anche e soprattutto con quelli delle periferie. Lo sa bene Virginia Raggi e dovrebbe saperlo bene anche il centrosinistra, visto che spesso parliamo di borgate che, una volta, erano vere e proprie roccaforti rosse in cui il Partito Comunista la faceva da padrone. Da Garbatella a Pigneto-Centocelle fino al 12° Municipio, che nel 2016 dopo 23 anni ininterrotti di regno di centrosinistra è passato “al nemico” come se nulla fosse.

    Ed è proprio per questo motivo che, mentre Pd e centrodestra sono ancora alla ricerca di un candidato ufficiale, con il M5S che un candidato in realtà già lo ha, la Raggi appunto, ma sembra non averlo, la sindaca di Roma in questi ultimi mesi ha concentrato tutti i suoi sforzi sulle periferie, così come dimostrano i tanti post pubblicati sulla sua pagina Facebook. Da Acilia a Primavalle, da Collatina a San Basilio, dove, secondo un’indagine, il gradimento nei confronti della prima sindaca donna della storia di Roma sarebbe intorno al 60%.

    Ed è proprio da San Basilio che bisogna partire per cercare di capire se, effettivamente, le chance di vittoria della Raggi alle prossime comunali sono reali. I sondaggi, si sa, spesso possono sbagliare, ma non è il caso di questa borgata a nord-est di Roma. “Lei (la Raggi n.d.r.) almeno qualcosa ha fatto”: è questo quello che la maggior parte dei residenti di San Basilio ti dicono quando chiedi loro cosa ne pensano dell’attuale amministrazione.

    Abitato da circa 20mila cittadini, San Basilio è stretto tra il Grande Raccordo Anulare ed è da sempre considerato uno dei quartieri più pericolosi, se non il più pericoloso, di Roma. Nata nel 1930 e costituita da gruppi di edifici di edilizia pubblica, circa 4mila, seconda zona di Roma per case popolari, e da agglomerati abusivi, è, insieme a Tor Bella Monaca, la principale piazza di spaccio della Capitale.

    Alcune case, costruite con materiali scadenti e già da diverso tempo fatiscenti, sono state arricchite con murales attraverso il progetto “SanBa”, che ha visto la partecipazione di importanti street artist, i quali hanno cercato di riqualificare alcune delle zone del quartiere attraverso imponenti murales.

    Uno dei murales di San Basilio. Credit: Niccolò Di Francesco

    Poca roba quando “ci sono molte case in cui ci piove dentro”, così come dichiara a TPI Antonio, arzillo pensionato che intercettiamo nei giardini che dividono via Recanati da via Morrovalle, in quello che è noto come “il parco della Balena”.

    Uno dei murales di San Basilio. Credit: Niccolò Di Francesco

    Giardini che, nel settembre scorso, sono stati arricchiti da una nuova illuminazione a led, inaugurata proprio dalla sindaca Raggi. In quell’occasione molti giornali e molti esponenti dell’opposizione, sia del centrodestra che del centrosinistra, accusarono la prima cittadina di ricordarsi di San Basilio solo per le cerimonie pubbliche. “Almeno lei l’abbiamo vista” rimarca Luigi, commerciante di via Fiuminata.

    I giardini dove si trova la Fontana della Balena, recentemente restaurata. Credit: Niccolò Di Francesco

    “Rutelli sarà venuto una volta in 10 anni, Veltroni idem, Alemanno mai visto” rimarca Laura, mamma di Stefania, una bimba di 7 anni appena uscita dalla scuola elementare “Mahatma Gandhi”, situata di fronte al Parco Giulietto Minna, attualmente chiuso per lavori di riqualificazione.

    Il Parco Giulietto Minna. Credit: Niccolò Di Francesco

    Ma può bastare il restauro di una fontana, come quella della Balena ad esempio, per “meritarsi” la riconferma a sindaco di Roma? “Quelli di prima manco quello hanno fatto” è il refrain che risuona a SanBa. “A via Tranfo un locale utilizzato dagli spacciatori diventerà una palestra grazie alla Raggi, le pare poco?” afferma Gianni, titolare di un bar che alle prossime elezioni voterà “Virginia” senza alcun dubbio. Certo, c’è anche qualche voce fuori dal coro. Molti commercianti, piegati dai danni economici provocati da un anno di pandemia, si sfogano, ti dicono ormai di “non credere più a nessuno”. Ma allo stesso tempo sottolineano che “almeno la Raggi è onesta”.

    Onestà e una presenza assidua da parte della sindaca sembrerebbero essere proprio gli elementi vincenti dell’esponente 5 Stelle. “È bello tornare a San Basilio, incontrare le persone, i commercianti. Questa zona è stata per troppo tempo abbandonata e lasciata nelle mani della criminalità e dei suoi traffici: ora mi dicono che sta cambiando e che si sentono più sicuri” scriveva la Raggi il 6 dicembre scorso.

    “Ogni volta che torno nel quartiere di San Basilio, mi accorgo di come stia cambiando. I cittadini, passo dopo passo, si stanno riappropriando di tanti spazi pubblici prima dimenticati” era il pensiero espresso in un altro post datato 31 marzo. Pochi mesi prima, invece, la sindaca sottolineava, sempre in un post su Facebook, che in un parco di SanBa erano state “sostituite e riparate tre panchine rotte”. Ma quando mai il sindaco di Parigi scriverebbe sui social di aver riparato una panchina è una delle riflessioni ricorrenti di chi critica Virginia Raggi.

    Eppure proprio qui, a San Basilio, sembra essere proprio questo il suo punto di forza. “Quello che molti non capiscono è almeno lei ci mette la faccia. Per anni abbiamo chiesto alle istituzioni di aiutarci, ma nessuno è mai venuto a interessarsi di persona. Lei non solo viene spesso, ma si ferma a parlare con le persone, si interessa ai nostri problemi. Può sembrare poco e invece in una realtà come questo è tantissimo” è il pensiero lucido di Alessandro, titolare di un bar adiacente al campo sportivo “Pionieri”. Certo, le aspettative erano tante e molte di queste sono state disattese.

    Un’altra immagine del Parco Giulietto Minna. Credit: Niccolò Di Francesco

    “Se l’Ama ci aiutasse di più non ci darebbe certo fastidio” afferma Daniele, che intercettiamo mentre porta a spasso il suo cane. “Qui spesso ci autogestiamo, ci diamo una mano a vicenda oppure diamo qualche soldo a due senzatetto che puliscono il parco” spiega indicandoci uno dei due clochard, impegnato proprio a pulire una fontana. Questo significa che la Raggi non la convince? “Poteva andare meglio, ma non penso che qualcun altro farebbe di meglio, anzi”.

    Mentre percorriamo via Fabriano, accanto alla chiesa di San Basilio, dove nel frattempo si sta svolgendo il funerale di un tifoso della Lazio, il cui ultimo addio è accompagnato dall’inno della squadra e lancio di palloncini biancocelesti in aria, veniamo illuminati da un uomo, che successivamente scopriamo essere soprannominato “er cinese” che spiega perché qui una certa sinistra “con la puzza sotto il naso” difficilmente potrà trionfare nei prossimi mesi: “Perché a noi i pariolini come Calenda c’hanno sempre schifato”.

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