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    Lo zio di Saman Abbas rompe il “patto” e rivela dove è sepolta la ragazza: forse convinto da un imam

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 21 Nov. 2022 alle 15:07 Aggiornato il 21 Nov. 2022 alle 15:07

    Ci vorrà l’analisi del Dna per averne la certezza, ma la salma ritrovata a circa 500 metri dalla casa dove abitava Saman Abbas appartiene con ogni probabilità proprio alla 18enne Pakistana di Novellara uccisa per aver rifiutato un matrimonio combinato. A portare i carabinieri verso i ruderi dell’ex latteria, in una stanza piccola e stretta, è stato lo zio della giovane, Danish Hasnain, accusato di aver commesso materialmente l’omicidio, la notte tra il 30 aprile e il primo maggio 2021.

    Sabato mattina gli scavi hanno fatto riaffiorare la forma dei piedi, delle ginocchia e dei gomiti della ragazza. Secondo le carte dell’inchiesta lo zio, i cugini (Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq) e i genitori (Shabbar Abbas e Nazia Shaheen), tutti accusati dell’omicidio, avevano “giurato sul Corano di non parlare mai del delitto”. Lo ha rivelato il cugino Ijaz ai magistrati. Ma Hasnain ha deciso di parlare. Alcune fonti rivelano che abbia preso la decisione dopo la visita in carcere da parte di un religioso, mentre altri sostengono che lo abbia fatto per ottenere uno sconto di pena, visto che le prove a suo carico sono diverse. Secondo il fratello minorenne della vittima sarebbe stato proprio lui a strangolare Saman, per poi nascondere il cadavere con l’aiuto dei cugini.

    Agli atti c’è anche una chat in cui, nelle ore successive al delitto, Hasnain ha scritto a una donna: “Abbiamo fatto un lavoro fatto bene”. L’uomo era scappato in Francia, dove è stato arrestato e poi estradato. Si è sempre dichiarato innocente. Shabar Abbas, il padre di Saman, è invece attualmente detenuto a Islamabad, in Pakistan.

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