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    Le reazioni alla circolare di Salvini sul censimento dei campi rom: “Strada spianata verso nuova emergenza nomadi”

    Credit: ANSA / Chiara Acampora

    "Profonda preoccupazione per l'oggetto e la finalità della circolare ministeriale" sono state espresse dall'Associazione 21 luglio

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 17 Lug. 2019 alle 15:13

    Censimento campi rom, le reazioni alla circolare di Salvini

    Dopo la circolare inviata ieri ai prefetti dal ministro dell’Interno Matteo Salvini sul censimento dei campi rom, non si sono fatte attendere le reazioni delle associazioni e dei gruppi che rappresentano e tutelano le comunità rom e sinti in Italia.

    Il provvedimento prevede una ricognizione (impropriamente denominato “censimento”) dei campi rom presenti sul territorio nazionale con l’obiettivo di predisporre un piano di sgomberi, e arriva all’indomani dello sgombero dell’ex scuola occupata di via Cardinal Capranica, nel quartiere romano di Primavalle, dove vivevano italiani e stranieri.

    Censimento campi rom, Associazione 21 luglio: “Verso nuova emergenza nomadi”

    L’Associazione 21 luglio, che lotta per i diritti umani con particolare riguardo alle comunità rom e sinti, esprime “profonda preoccupazione per l’oggetto e la finalità della circolare ministeriale”, che sembra aprire la strada a una nuova “emergenza nomadi”, come quella ordinata da Silvio Berlusconi ormai undici anni fa e dichiarata illegittima dal Consiglio di Stato.

    “L’oggetto della circolare delimita le azioni imposte soltanto agli insediamenti abitati da rom, sinti e caminanti”, si legge nella nota stampa pubblicata dalla 21 luglio. “Ciò rappresenta un’adozione di misura avente carattere chiaramente discriminatorio nei confronti di queste comunità, visto che non interessa, ad esempio, insediamenti formali o informali abitati da persone non riconducibili a tali etnie”.

    La 21 luglio sottolinea che “il carattere particolarmente preoccupante è la finalità della circolare che richiama in maniera netta l'”Emergenza Nomadi”ordinata da Silvio Berlusconi nel maggio del 2008”.

    La finalità della circolare firmata da Matteo Salvini è infatti quella di poter l’esecuzione di sgomberi di insediamenti rom, attraverso “l’adozione di specifici provvedimenti contingibili e urgenti“.

    Il provvedimento richiama anche nel linguaggio quello del 2008, riferendosi esplicitamente al pericolo della salute pubblica”, alla “sicurezza”, o a fatti tali da legittimare “allarme sociale e l’adozione di misure finalizzate alla riaffermazione della legalità”.

    Secondo l’associazione, in sostanza, i fatti degli ultimi mesi la circolare di Salvini stanno preparando il terreno ad una situazione emergenziale che già nel 2011 era stata dichiarata illegittima dal Consiglio di Stato.

    La reazione del movimento Kethane Rom e Sinti per l’Italia

    Reazioni per il censimento dei campi rom annunciato da Salvini provengono anche dal movimento Kethane Rom e Sinti per l’Italia che chiede al governo “non una persecuzione etnica ma interventi per risolvere precarietà e degrado”.

    “La circolare ha come oggetto: ‘insediamenti di comunità rom, sinti e caminanti’, costituendo in questo modo già nell’enunciazione un atto discriminatorio, dal momento che non esistono l’abuso o l’irregolarità etnici”, si legge nella dichiarazione del movimento.

    “La circolare consegna un ruolo centrale ai prefetti, determinante in rapporto con il territorio, province e comuni”, prosegue la nota. “Si tratta di capire se l’obiettivo è solo quello, propagandisticamente agitato, della ruspa che abbatte baracche abusive, oppure quello di considerare che dentro quelle baracche ci sono persone, donne, uomini, bambini che costituiscono un grande problema sociale e se cacciate senza alternative aumentando la precarietà e il degrado delle persone sgomberate e l’insicurezza della cittadinanza. Quale vantaggio avrebbero i cittadini se la precarietà sul territorio aumentasse come conseguenza di questa scelta politica?”.

    Il movimento Kethane – Rom e Sinti per l’Italia fa sapere che intende “monitorare attentamente la situazione e  agire su tutti i piani e a tutti i livelli perché l’iniziativa del ministro dell’Interno non si trasformi in una persecuzione di uomini donne e bambini in estrema fragilità sociale”.

    “Chiediamo al governo italiano un approccio serio e responsabile che prenda in considerazione la complessità e le ragioni profonde delle attuali condizioni di vita della minoranza rom e sinta in Italia, applicando l’unico strumento normativo vigente al riguardo, la Strategia nazionale per inclusione di Rom, Sinti e Caminanti, approvata dal governo italiano che prevede interventi su 4 assi: casa, lavoro, istruzione, salute, presupposto perché le situazioni di degrado e di illegalità vengano superate e che le condizioni di vita delle comunità Rom e Sinte migliorino, migliorando così generalmente la condizione di vita di tutti i cittadini”.

    “Salvini vuole fare censimento dei rom? È illegale”, la denuncia dell’Associazione 21 luglio

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