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    Salento, tenta di uccidere la figlia neonata con un coltello. Sotto il letto trovato lo scheletro di un altro bambino

    Di Antonio Scali
    Pubblicato il 23 Apr. 2022 alle 11:44

    Orrore a Martano, in Salento. Lo scorso 23 luglio una donna avrebbe tentato di uccidere sua figlia, appena nata, con tre colpi di coltello alla gola. Come riporta il Quotidiano di Puglia, è di queste ore una svolta in questa drammatica vicenda. I carabinieri, perquisendo l’abitazione della donna, già accusata di tentato omicidio, hanno scoperto sotto il letto lo scheletro di un neonato, avvolto in alcuni stracci di cotone chiusi con del filo di ferro in una valigia.

    La donna, già all’epoca arrestata in flagranza di reato, e tutt’ora è ai domiciliari in casa di parenti. Ora, le viene anche contestata l’ipotesi di reato di occultamento di cadavere. Sono ancora in corso le indagini sull’infanticidio per stabilire se il cadavere ritrovato sotto il letto sia venuto alla luce vivo oppure morto. Il medico-legale ha già stabilito che la madre sia la stessa donna che avrebbe poi cercato di disfarsi anche della bambina nata l’estate scorsa.

    Secondo le prime ricostruzioni, dopo aver dato alla luce il bambino, lo avrebbe prima avvolto in stracci di cotone, chiudendo le estremità con fili di ferro. E poi, avrebbe messo il corpo in una valigia di tessuto che avrebbe riposto in due sacchi di plastica, che richiudeva con elastico. Infine, avrebbe nascosto il tutto sotto un letto. È stato il compagno della donna a rinvenire i resti del corpicino, quando è ritornato in casa dopo il dissequestro dell’immobile, ma in fase d’indagine non è stato possibile stabilire se il feto fosse già morto nel grembo della mamma.

    Per quanto riguarda i fatti di luglio, alle prime luci dell’alba, la donna avrebbe dato alla luce la bambina “clandestinamente”, per poi recidere il cordone ombelicale con una forbice. E in quei frangenti avrebbe inflitto alla neonata almeno tre tagli con un coltello recuperato da casa, in corrispondenza della carotide, procurandole ferite lacero-contuse sul collo.

    Dunque, come sostiene la Procura, la mamma avrebbe tentato di uccidere la neonata “con una serie di condotte atte, in modo non equivoco, a provocarne la morte, non riuscendo nell’intento per cause indipendenti dalla sua volontà”. Alla fine, la donna, secondo il pm, ha abbandonato il corpicino nel giardino dell’abitazione. L’arrestata, nel corso dell’interrogatorio di garanzia, aveva fatto “scena muta”, davanti al gip, avvalendosi della facoltà di non rispondere.

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