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    Roma, facevano a pezzi i cadaveri nel cimitero e chiedevano soldi a parenti

    Di Antonio Scali
    Pubblicato il 8 Giu. 2022 alle 16:15

    Macabro ritrovamento al cimitero di Prima Porta a Roma. Sezionavano i cadaveri all’interno dei loculi del cimitero romano di Prima Porta con il coltello, gettavano i pezzi nell’ossario comune e poi chiedevano del denaro ai parenti dei defunti: dai 50 ai 300 euro per procedere a “idonea estumulazione”. Per 13 dipendenti dell’Ama e tre impiegati di altrettante agenzie funebri era un modo per arrotondare lo stipendio.

    A smascherare la banda sono state alcune telecamere nascoste, posizionate dai carabinieri del nucleo radiomobile all’interno del cimitero di Prima Porta in alcuni vasi davanti ai loculi. Gli indagati sono stati tutti rinviati a giudizio e la prossima udienza è fissata a ottobre. In quell’occasione verranno ascoltati i primi testimoni.

    Una vera e propria truffa secondo il pm Andrea Beccia. Gli indagati sono accusati di vilipendio di cadavere e truffa in concorso. Secondo quanto riporta Il Messaggero, il primo caso risale al 27 gennaio del 2020. Un addetto di un’agenzia funebre ha chiesto a sei addetti Ama di ridurre a pezzi un cadavere contenuto all’interno di un loculo a Prima Porta. Gli impiegati avrebbero eseguito e poi avrebbero contattato una parente del defunto, chiedendole di pagare 300 euro: “Questi soldi, signora, sono necessari per trasferire i resti in una cassetta più piccola e servono per lucidare la lapide”.

    Nelle parole dei pm, gli indagati “avrebbero fatto credere alla persona offesa che questa somma aggiuntiva fosse necessaria per procedere alla legittima attività di estumulazione della salma”. In realtà avrebbero fatto a pezzi il cadavere e poi avrebbero buttato i resti nell’ossario comune. Una stessa richiesta è stata avanzata il 22 gennaio e successivamente il 30 gennaio 2020.

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