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    Roma, bimbo di 1 anno ingerisce la cocaina dei genitori. Il padre: “Forse mi è caduta”

    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 19 Gen. 2021 alle 13:47 Aggiornato il 19 Gen. 2021 alle 14:08

    Un bimbo di 13 mesi è stato ricoverato in ospedale a Roma per aver ingerito cocaina: il piccolo dopo essersi sentito male è stato portato al pronto soccorso dell’Umberto I a bordo di un’ambulanza proveniente da Civita Castellana, nel viterbese, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera. La procura ha aperto un fascicolo e si appresta a iscrivere sul registro degli indagati la mamma e il papà, entrambi di poco più di trent’anni, per lesioni personali colpose.

    Tutto è iniziato nel pomeriggio di sabato, quando i genitori hanno chiamato il 118: “Nostro figlio sta male, ha dodici mesi, è troppo agitato”. All’arrivo dei soccorsi il piccolo è stato subito visitato e portato in ospedale per approfondimenti. Sarebbe stato un attimo di distrazione dei genitori, la sostanza era caduta dalla tasca del padre. Mamma e papà avevano chiamato il 118 a causa dell’agitazione del piccolo. In ospedale il papà avrebbe fatto una mezza ammissione, scrive Repubblica: “Non lo so, forse la cocaina mi era caduta dalla tasca sul divano, quando mi ero seduto”.

    I medici hanno sottoposto il bambino ad alcuni esami, trovato la sostanza nel corpo e riscontrato l’attacco epilettico. A quel punto sono intervenuti riuscendo a stabilizzare le sue condizioni e a distanza di alcune ore si è ristabilito ma non è escluso che possa subire delle conseguenze. Per ora è tornata la tranquillità nella famiglia ma la vicenda non è affatto chiusa.

    La polizia, appena venuta a conoscenza del fatto, ha perquisito l’abitazione della coppia. Gli agenti hanno cercato sostanze stupefacenti nell’appartamento dei due ma non ne è stata trovata alcuna traccia. Entrambi i genitori, comunque, sono stati denunciati. Lesioni personali colpose, ma anche il reato di maltrattamenti potrebbe essere contestato. Il bimbo, inoltre, potrebbe anche essere allontanato dalla casa dei genitori e portato in una struttura protetta in affidamento ai servizi sociali.

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