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    Reggio Emilia, 15enne stuprata a una festa con gli amici: arrestato un compagno di classe

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 1 Feb. 2022 alle 13:21

    Reggio Emilia, 15enne stuprata a una festa con gli amici: arrestato un compagno di classe

    “Venite, mia sorella è stata violentata”. Così la sorella maggiore di una studentessa di Reggio Emilia ha chiesto l’intervento dei carabinieri venerdì scorso, quando la 15enne l’aveva chiamata per dirle che era appena stata violentata dai compagni di classe. Poche ore prima, la ragazza si era recata nella casa di uno dei ragazzi assieme ad altri tre coetanei (altri due ragazzi e una ragazza), dopo che avevano deciso di saltare le lezioni.

    Nell’appartamento, rimasto libero perché la madre di uno dei compagni di classe era a lavoro, i cinque avevano iniziato a bere alcune bottiglie di vino e vodka. Dopo qualche ora l’altra ragazza aveva deciso di rientrare a casa, lasciando i tre compagni con la studentessa. Secondo quanto raccontato dalla 15enne ai militari, in tarda mattinata sarebbe stata costretta ad avere rapporti sessuali. In particolare la ragazza ha dichiarato di essere stata stuprata dal figlio della padrona di casa, affermando di non ricordare altro di quanto accaduto. Un’accusa respinta dal 15enne, che durante l’udienza di convalida dell’arresto tenuta ieri, ha dichiarato che la ragazza era consenziente. Anche gli altri due ragazzi sono indagati dalla procura dei minori, con l’accusa di aver comunque approfittato dell’ubriachezza della compagna di classe.

    I carabinieri, intervenuti dopo che la vittima era riuscita a lasciare l’abitazione nel primo pomeriggio, hanno trovato la casa vuota, con la porta aperta. Il 15enne, che ieri è stato posto agli arresti domiciliari, è stato trovato nel retro dell’edificio, mentre parlava al telefono col padre per riferire quanto accaduto.

    Una volta in caserma, il suo cellulare ha continuato a ricevere messaggi dagli altri compagni, notati dagli inquirenti. “Questa dice che è stata stuprata”, “lasciala tornare a casa”, “siamo nella merda”, “fai qualcosa”, le frasi finite agli atti. Secondo la pm Alessandra Serra, anche gli altri ragazzi sono accusati di aver abusato “delle condizioni di inferiorità psichica e fisica, avendo la medesima pesantemente abusato di sostanze alcoliche quali vino e vodka alla pesca, in tali quantità da compromettere la capacità di esprimere un valido consenso”.

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