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    Ravanusa, ritrovati i corpi degli ultimi due dispersi. Numerose segnalazioni negli ultimi mesi: “Il gas usciva dal bagno”

    Credit: ANSA/ Matteo Guidelli
    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 14 Dic. 2021 alle 18:22 Aggiornato il 14 Dic. 2021 alle 18:35

    Ravanusa, ritrovati i corpi degli ultimi dispersi. Numerose segnalazioni negli ultimi mesi: “Il gas usciva dal bagno”

    Sono stati rinvenuti i corpi degli ultimi due dispersi nel crollo di quattro palazzine a Ravanusa, in provincia di Agrigento, rase al suolo da un’esplosione avvenuta sabato sera. Si tratta di Calogero Carmine, 59 anni, e del figlio Giuseppe di 33 anni, l’ottava e la nona vittima estratta dalle macerie dopo quasi tre giorni di ricerche, a seguito del disastro dovuto probabilmente all’accumulo di gas nel sottosuolo.

    Una tragedia che era stata preceduta da numerose segnalazioni nell’ultimo anno: già nove mesi fa diversi residenti di edifici situati a poche decine di metri dalla zona dello scoppio avevano riportato alle autorità un forte odore di gas. Secondo quanto riferito al Corriere della Sera da Alessandro Patti, uno dei residenti, circa trenta persone (alcune delle quali in quarantena per Covid) sono state evacuate dalla zona dopo numerose segnalazioni al comune, che avevano portato all’intervento dei tecnici dell’italgas. “Addirittura l’esalazione fuoriusciva dal water”, ha dichiarato al quotidiano milanese la signora Gianna Lombardo.

    Diversa la versione riferita dal comandante provinciale dei carabinieri di Agrigento, nonostante le numerose testimonianze. Secondo il colonnello Vittorio Stingo non risulterebbero “reclami o chiamate d’intervento per fughe di gas”. Inoltre, secondo l’ufficiale dei carabinieri cinque giorni prima del crollo sarebbero state effettuate alcune verifiche sulla condotta, senza che fossero riscontrate irregolarità.

    Dichiarazioni smentite da Italgas, che sostiene non siano stati eseguiti lavori in strada nelle vicinanze dell’esplosione. Nel 2014 stessa compagnia, all’epoca commissariata, era stata sottoposta a un procedimento di prevenzione in cui era emerso situazioni di rischio “gravi” nell’area di Agrigento. Situazioni che, ha specificato l’azienda, “sono state sanate laddove necessario” e non riguardavano la rete di Ravanusa.

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