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    L’Iss: “Il 99% dei morti di Covid da febbraio a oggi non era stato vaccinato”

    Credit: Ansa/Max Cavallari

    ll rapporto dell'Istituto Superiore di Sanità sui primi sei mesi della campagna di immunizzazione in Italia su decessi e contagi: l’1 per cento, pur avendo completato il ciclo di vaccinazione, sono morti perché troppo fragili per età e patologie pregresse

    Di Clarissa Valia
    Pubblicato il 28 Lug. 2021 alle 09:19

    Il 99% dei morti di Covid in Italia negli ultimi 6 mesi (dal primo febbraio al 21 luglio) non era stato vaccinato. Il restante 1 per cento sono persone che, pur avendo completato il ciclo di vaccinazione, sono morte perché troppo fragili per età (media 89 anni) e patologie pregresse (almeno 5). È quanto emerge dall’approfondimento contenuto nel report periodico sui decessi dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) pubblicato martedì 27 luglio.

    Nello specifico, dal primo febbraio scorso al 21 luglio sono stati 423 i decessi di persone positive che avevano ricevuto la doppia dose di vaccino: l’1,2% del totale delle vittime degli ultimi 6 mesi, vale a dire 35.776. (Il primo febbraio è stato scelto come data indice perché corrisponde alle cinque settimane necessarie per il completamento del ciclo vaccinale a partire dall’inizio della campagna). Rispetto alla totalità dei decessi per cui sono state analizzate le cartelle cliniche, quindi, nel campione dei morti Covid con ciclo vaccinale completo l’età media risulta decisamente elevata (88.6 contro 80 anni). Inoltre, si osservano in media tra queste persone 5 patologie. “Dopo l’insufficienza respiratoria acuta, le sovrainfezioni sono le complicanze maggiormente diffuse nelle persone decedute con ciclo vaccinale completo. Terapia antibiotica e steroidea sono le terapie più utilizzate su questi pazienti”, spiega l’Iss nel report.

    “I risultati qui presentati – conclude il report dell’Iss – possono avere due possibili spiegazioni. In primis, i pazienti molto anziani e con numerose patologie possono avere una ridotta risposta immunitaria e pertanto essere suscettibili all’infezione da Sars-CoV-2 e alle sue complicanze pur essendo stati vaccinati. In secundis, questo risultato può essere spiegato dal fatto che è stata data priorità per la vaccinazione alle persone più anziane e vulnerabili e che quindi questa rappresenta la popolazione con maggiore prevalenza di vaccinazione a ciclo completo alla data in cui è stata eseguita questa valutazione”.

    Il campione è piccolo ma sufficiente per trarre conclusioni di conferma sulla validità dei composti anti Sars-CoV-2. Non è una sorpresa che in una minoranza di persone i vaccini non siano efficaci, di solito accade nei molto anziani e nei malati con sistema immunitario debilitato. È difficile fare una stima. Si può affermare senza ombra di dubbio che i vaccini hanno salvato milioni di vite“, spiega Graziano Onder che ha lavorato sul rapporto come geriatra dell’Iss.

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