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    Caso Raoul Bova, la trappola all’attore e l’ipotesi di un sistema per estorcere denaro ai vip

    Il sospetto della procura che indaga è che quanto accaduto all'interprete possa essere stato messo in atto con altri personaggi famosi

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 30 Lug. 2025 alle 11:37

    Raoul Bova potrebbe non essere stato l’unico a cadere in una trappola volta e estorcergli soldi: il sospetto della procura di Roma che indaga sulla tentata estorsione ai danni dell’attore, infatti, è che quanto accaduto a Bova possa essere stato messo in atto con altri personaggi famosi. È quanto rivela il Corriere della Sera, che, al momento, ha concentrato le indagini su Federico Monzino, pr milanese amico di Martina Ceretti, la presunta amante dell’interprete. Monzino ha negato di aver contattato Bova ma ammesso di aver inviato i vocali a Fabrizio Corona, che poi li ha resi noti nel suo programma Falsissimo. La modella al momento non è indagata ma le è stato sequestrato il telefono.

    Oltre alle chat con Monzino, all’esame degli inquirenti vi sarebbero anche le conversazioni intrattenute con Raoul Bova, iniziate due anni fa. Fra i suoi contatti, inoltre, vi sarebbero quelli di diversi personaggi noti. La modella ha affermato di aver condiviso con Monzino i file audio “in buona fede e senza secondi fini” mentre il pr sostiene di aver passato il materiale a Fabrizio Corona per aiutare l’amica a “diventare famosa“. L’ex paparazzo, anche lui ascoltato come persone informata sui fatti, ha spiegato che i file gli “sono stati consegnati volontariamente da Federico Monzino e Martina Ceretti, inviati direttamente sul mio cellulare dal loro computer. Non c’è stata alcuna acquisizione fraudolenta del materiale che, a suo dire, serviva “a far diventare famosa Martina, solo che poi hanno contattato Bova per chiedergli soldi in cambio della mancata pubblicazione, all’interno di Falsissimo. Il tutto avvenuto totalmente a nostra insaputa”.

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