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    Migranti, Papa Francesco: “Vittime dell’ingiustizia di chi li respinge, bloccare le navi non serve”

    Il Pontefice lo ha affermato nel corso di un incontro con alcuni rifugiati arrivati dall'isola di Lesbo accolti dalla Santa Sede

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 19 Dic. 2019 alle 14:57 Aggiornato il 19 Dic. 2019 alle 15:20

    Il Papa: “Migranti vittime di ingiustizia, bloccare le barche non risolve problema”

    “I migranti sono vittime di ingiustizia” e “bloccare le barche non risolve il problema”: è quanto ha affermato da Papa Francesco nel corso di un incontro con alcuni rifugiati accolti dalla Santa Sede.

    I rifugiati, arrivati dall’isola di Lesbo nelle scorse settimane attraverso i corridoi umanitari, sono ospitati dal Vaticano e dalla comunità di Sant’Egidio.

    A loro e a tutti i presenti si è rivolto il Pontefice mentre mostrava il salvagente di un migrante morto nel Mediterraneo a luglio.

    “Siamo di fronte ad un’altra morte causata dall’ingiustizia” ha affermato Papa Francesco.

    “Già, perché è l’ingiustizia che costringe molti migranti a lasciare le loro terre – ha continuato il Pontefice – È l’ingiustizia che li obbliga ad attraversare deserti e a subire abusi e torture nei campi di detenzione. È l’ingiustizia che li respinge e li fa morire in mare”

    “Non è bloccando le loro navi che si risolve il problema” ha poi aggiunto il Papa.

    “Bisogna impegnarsi seriamente a svuotare i campi di detenzione in Libia, valutando e attuando tutte le soluzioni possibili. Bisogna denunciare e perseguire i trafficanti che sfruttano e maltrattano i migranti, senza timore di rivelare connivenze e complicità con le istituzioni”.

    Il Papa argentino, poi, ha dichiarato: “Bisogna soccorrere e salvare, perché siamo tutti responsabili della vita del nostro prossimo, e il Signore ce ne chiederà conto al momento del giudizio”.

    Mostrando il salvagente del migrante morto, il Pontefice ha affermato: “Ho deciso di esporre qui questo giubbotto salvagente, ‘crocifisso’ su questa croce, per ricordarci che dobbiamo tenere aperti gli occhi, tenere aperto il cuore, per ricordare a tutti l’impegno inderogabile di salvare ogni vita umana, un dovere morale che unisce credenti e non credenti”.

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