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    Trentino, identificata l’orsa che ha ucciso Andrea Papi: tre anni fa aveva aggredito due cacciatori

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 12 Apr. 2023 alle 12:40 Aggiornato il 12 Apr. 2023 alle 12:40

    È stata identificata l’orsa che ha aggredito e ucciso il runner trentino 26enne Andrea Papi: il suo nome è JJ4, gli scienziati del laboratorio della Fondazione Edmund Mach sono stati in grado di risalire a lei attraverso alcune analisi genetiche. Si tratta di un esemplare di 17 anni, madre di tre cuccioli, che alcuni anni fa aveva fatto nuovamente parlare di sé: nel 2020 aveva ferito due cacciatori, Fabio e Christian Misseroni, padre e figlio, a pochi chilometri a valle del rifugio monte Peller, vicino Caldes. Come si legge sul sito della Lega Antivivisezione (Lav) “dallo scontro i due ne uscirono con alcune ferite non gravi, ma tanto bastò al Presidente della Provincia di Trento, Fugatti, per emettere un’ordinanza di abbattimento dell’orsa, che non tiene minimamente in considerazione le particolari condizioni che hanno causato l’incidente”.

    Ora Fugatti ha emesso nuovamente un’ordinanza per la cattura dell’animale e la reclusione nel recinto del Casteller. “Noi vogliamo che JJ4 resti libera – proseguono dalla Lav – per poter accudire e far crescere i suoi cuccioli. Non vogliamo che corra il rischio di finire come Daniza, uccisa dal maldestro intervento del veterinario che doveva sedarla. In Trentino gli orsi vengono catturati e imprigionati solo perché si comportano da orsi. JJ4 è stata dotata di radiocollare, che tuttavia al momento ha le pile scariche e non trasmette più i dati relativi agli spostamenti. È nata in Trentino da due esemplari provenienti dalla Slovenia, Joze e Jurka, rilasciati tra il 2000 e il 2001, nell’ambito del progetto Life Ursus.

    Secondo quanto afferma Coldiretti sulla base dei rapporti annuali elaborati dal settore grandi carnivori del Servizio faunistico della Provincia autonoma di Trento, “la popolazione di orsi in Trentino e raddoppiata negli ultimi dieci anni con una presenza stimata ora di un centinaio di esemplari che mettono a rischio la sicurezza dei cittadini, dei turisti e degli allevamenti”.

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