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    L’Ordine dei Giornalisti archivia la procedura disciplinare contro Selvaggia Lucarelli

    Di Anton Filippo Ferrari
    Pubblicato il 22 Ott. 2020 alle 13:28 Aggiornato il 22 Ott. 2020 alle 13:40

    L’Ordine dei Giornalisti archivia la procedura disciplinare contro Selvaggia Lucarelli

    La procedura disciplinare dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia contro Selvaggia Lucarelli è stata archiviata perché “non si presta a censure di carattere deontologico trattandosi di fatti già noti”. La giornalista di TPI era stata deferita dall’Odg per aver reso riconoscibile l’identità del figlio (violando la Carta di Treviso) che lo scorso luglio a Milano si avvicinò al leader della Lega Matteo Salvini per dirgli, civilmente e con la mascherina, ciò che pensava. Peccato che nessuno sapeva chi fosse il ragazzo finché due poliziotti in borghese gli chiesero i documenti davanti a tutti i presenti, telecamere e giornalisti inclusi.

    “Lì – ha raccontato Selvaggia Lucarelli in un suo articolo lo scorso 8 luglio – ho preso il telefono e ho chiesto ai poliziotti perché lo stessero identificando. Perché era evidente che si trattava di un atto intimidatorio. Leon (il figlio, ndr) non aveva i documenti perché era sotto casa e non aveva pensato di portarli con sé e a quel punto è stato invitato a fornire le sue generalità davanti a tutti. Nome, cognome, indirizzo di casa (che ora ha chiunque abbia ripreso la scena o sentito). A quel punto, i giornalisti lì presenti hanno capito. Ci hanno seguito. “Selvaggia ma è tuo figlio!”. Dopo 5 minuti eravamo a casa. Era quasi mezzogiorno. A mezzogiorno e un quarto il video di Leon senza pixel sul volto era sull’agenzia stampa Agtw, poi su Local team. Era già “Leon il figlio di Selvaggia Lucarelli”. Migliaia di commenti in pochissimi minuti”.

    “Dopo tutto questo, alle 17,30, ho spiegato come era andata su TPI, mostrando l’assurdo comportamento della polizia – ha scritto Selvaggia l’8 luglio, dopo la notizia del deferimento -. Io e mio figlio non abbiamo raccontato né pubblicato un bel niente per primi. Non ho dato esclusive al sito per cui lavoro, non ho diffuso io la notizia e infatti siamo arrivati per ultimi, per giunta non per dare notizie, ma per spiegarle. Non ho reso io identificabile mio figlio, che poi è la cosa di cui mi accusa l’Ordine dei giornalisti”. Un procedimento disciplinare che ora, a distanza di qualche mese, è stato archiviato.

    Leggi anche: 1. Polizia e Lega diffondono l’identità di mio figlio, ma l’OdG deferisce me. Con un atto politico (di S. Lucarelli) / 2. Silenzio sui titoli di Libero, ma guai a toccare Salvini. Se questo è un Ordine dei Giornalisti (di Giulio Gambino) / 3. Salvini e i suoi poliziotti: ma mio figlio ha il coraggio delle sue idee (di Selvaggia Lucarelli) 

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