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    “Gli omosessuali sono malati”: polemiche per il libro oscurantista adottato da un’università cattolica

    Di Antonio Scali
    Pubblicato il 6 Gen. 2021 alle 16:41

    L’omosessualità? Una “malattia da trattare”. Una frase oscurantista che non viene da un volume del Medioevo, ma dal manuale di bioetica di Elio Sgreccia. Il testo, come racconta Repubblica, è valido per l’insegnamento di Filosofia della vita e bioetica tenuto dalla docente Claudia Navarini all’interno della facoltà di Psicologia dell’Università Europea di Roma. Secondo il cardinale e professore Sgreccia (deceduto nel 2019), l’omosessualità “si può configurare ad un certo stadio di esercizio più come una malattia da trattare, che come un vizio deliberato”.

    Protesta l’Arcigay, che ricorda come “a più di 30 anni dalla decisione dell’Organizzazione mondiale della sanità di cancellare l’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali – afferma il presidente del circolo romano Francesco Angeli – ancora oggi vengano adottati testi che riportano tali falsità, con la possibilità di inficiare il percorso di formazioni di futuri psicologi”. La psicologia, è bene ricordarlo, non reputa l’omosessualità una malattia.

    A difendere la reputazione dell’Università Europea di Roma e della docente è stato direttamente il Rettore, Padre Pedro Amador Barrajón: “L’opera del cardinale Sgreccia non tratta il tema dell’omosessualità se non in un’espressione generica di rinvio al secondo tomo, rimasta negli anni, che va adeguatamente contestualizzata”. “Per fare un esempio, è del tutto sensato – spiega Padre Barrajón – continuare a studiare e a valorizzare i testi di Aristotele, anche se alcuni passaggi sulla schiavitù oggi non potrebbero essere sottoscritti”. Il Rettore rivendica infine la libertà di “un’università di orientamento cattolico come la nostra di conformarsi ai principi del magistero cattolico”.

    Di parere opposto il teologo e docente Vito Mancuso, che sempre a Repubblica spiega: “Nell’omosessualità non c’è niente da correggere, è un fatto che si dà e va vissuto. Lo stesso Papa Francesco, anche se da un lato non ha cambiato la dottrina della Chiesa, dall’altro si è espresso sulla necessità degli Stati di regolare le unioni tra persone dello stesso sesso”.

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