Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
  • Cronaca
  • Home » Cronaca

    Omicidi Roma, è stata la sorella del killer a chiamare la polizia: “Ero drogato, ricordo solo tanto sangue”

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 20 Nov. 2022 alle 11:37

    Omicidi Roma, è stata la sorella del killer a chiamare la polizia

    È stata la sorella di Giandavide De Pau, il killer delle tre prostitute uccise lo scorso 17 novembre in Prati, a Roma, a chiamare la polizia e di fatto a consegnare l’autore dei tre omicidi alle autorità.

    A incastrarlo sono stati i dati dei telefonini, le immagini catturate dai filmati della videosorveglianza, una supertestimone, il sangue delle vittime ritrovato sui suoi vestiti, ma soprattutto la sorella che nel pomeriggio di venerdì 18 novembre chiama la polizia: “Mio fratello mi ha chiamato e mi ha detto alcune cose che mi hanno allarmata”.

    “Ho fatto quello che dovevo fare, non ne voglio parlare, siamo distrutti. Penso a mia madre, a quelle povere ragazze e alle loro famiglie” racconta a La Repubblica la donna.

    “Mio fratello ha un grave problema con la cocaina. Ci sono persone che la usano e alle quali non succede nulla, lui come fa un tiro va fuori di testa. Non avrebbe dovuto toccarla. Sono anni che sta in cura, ma non c’è niente da fare” ha aggiunto la sorella di Giandavide De Pau.

    E proprio l’abuso di cocaina, assunta con alcuni farmaci, hanno reso il racconto dell’uomo piuttosto confuso. Fermato nell’appartamento della madre, a Ottavia, periferia nord di Roma, il killer ha subito dichiarato: “Ho vagato per due giorni senza mangiare e dormire, poi sono finito a casa di mia madre, mi sono buttato sul divano un paio di ore e siete arrivati voi”.

    Portato in Questura, l’assassino ha cercato di ricostruire i suoi movimenti: “Non ero mai stato dalle cinesi, ho preso appuntamento”.

    “Non ricordo nulla, sono arrivato in macchina, pensavo che l’appartamento di via Riboty fosse al pianterreno, non al primo piano. Ho un blackout, c’era tanto sangue” continua il killer.

    De Pau ricorda di aver cercato di tamponare la ferita alla gola di una delle due vittime cinesi e di aver dimenticato il suo cellulare per terra, ma afferma di non aver ucciso anche la prostituta colombiana: “Non ricordo di essere stato in via Durazzo, mi contestate due omicidi, non avrebbe senso negarne un terzo”.

    “Sono uscito da quella casa, non soo se sono salito in auto – aggiunge – A un certo punto ero all’Hilton in macchina ma non so perché e come ci sono arrivato”.

    Quello che De Pau non ha spiegato, anche a causa dei suoi ricordi confusi, è perché ha ucciso le tre prostitute: a dare una risposta saranno le indagini della polizia che continuano anche dopo il fermo del killer.

    Leggi l'articolo originale su TPI.it
    Mostra tutto
    Exit mobile version