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    Vaccini anche nei piccoli centri: il generale Figliuolo schiera Esercito e Protezione Civile, obiettivo 700mila dosi al giorno. Ecco il piano

    Credit: ANSA
    Di Enrico Mingori
    Pubblicato il 6 Mar. 2021 alle 09:24 Aggiornato il 6 Mar. 2021 alle 15:48

    Vaccini ovunque: coprire capillarmente tutte le zone del Paese e moltiplicare il ritmo delle somministrazioni, grazie anche al supporto della Difesa e della Protezione Civile. Queste le linee guida del nuovo piano vaccinale gestito dal generale Francesco Paolo Figliuolo, nominato cinque giorni fa dal premier Draghi alla guida della struttura commissariale per l’emergenza Covid-19. L’obiettivo è arrivare ad aprile a una media di 6-700mila vaccinazioni al giorno in Italia.

    Secondo il piano del neo-commissario, Difesa e Protezione Civile saranno schierate in prima linea per dare manforte alle Regioni nel costruire una rete territoriale agile ed efficiente. Qualcuno già parla di distribuzione delle fiale “porta a porta”.

    Il vaccino anti-Covid, in altre parole, dovrà essere somministrato non solo negli hub delle grandi città (caserme, palasport, auditorium) e dovrà raggiungere in modo fluido anche i centri più piccoli e mal collegati del Paese.

    Il generale Figliuolo, stando a quanto inizia a trapelare, pensa di utilizzare unità mobili da allestire ogni 10-20mila abitanti. E si parla anche di 10 task force mobili pronte a raggiungere aree nelle quali c’è bisogno urgente di vaccinazioni, ad esempio per l’esplosione di un focolaio.

    Il nuovo piano vaccini prevede inoltre la conversione in centri vaccinali degli attuali 150 Drive Through dell’Esercito, strutture oggi utilizzate per effettuare i tamponi. A questi dovrebbero aggiungersene altri 50, portando così il totale a quota 200. Se ognuno di questi centri farà 1.500 inoculazioni al giorno – stima fatta al ribasso – si arriverà fin da subito a quota 300mila vaccinazioni quotidiane, senza considera tutti gli altri punti di somministrazione.

    La strategia di Figliuolo contempla anche il coinvolgimento dei medici di famiglia e degli specializzandi, per i quali è in arrivo un provvedimento ad hoc del Governo.

    Altro punto fondamentale del nuovo piano è quello delle categorie da vaccinare. Da aprile dovrebbe saltare il criterio della priorità a determinate professioni: si vaccinerà in base all’età, procedendo dai più anziani ai più giovani, con corsie preferenziali conservate per soggetti vulnerabili.

    Nel momento in cui scriviamo l’Italia ha ricevuto oltre 6,5 milioni di dosi di vaccino anti-Covid e ne ha somministrate poco più di 5,1 milioni. Entro fine marzo è previsto l’arrivo di altri circa 7 milioni di dosi, portando così il totale dei primi tre mesi a circa 15 milioni. Nel secondo trimestre dell’anno è attesa la svolta: tra aprile e giugno sono attese nel nostro Paese 52 milioni di dosi.

    Altra novità prevista dal piano Figliuolo: finora era previsto un accantonamento di circa il 30% delle dosi come riserva in caso di particolari urgenze. Ora si cambia: le fiale saranno utilizzate tutte subito. Si lascerà solo una scorta del 2%: una sorta di fondo di solidarietà per rifornire in tempi rapidi zone rosse interessate da focolai.

    Leggi anche: Non sono i governi che comprano i vaccini, ma i vaccini che comprano i governi

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