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    Bambino di 2 anni denutrito: genitori vegani a processo per lesioni a Nuoro

    Il caso risale alla fine del 2019 ed era finito persino in Senato oggetto di un'interrogazione parlamentare. La coppia sarà affidata ai lavori socialmente utili

    Di Giovanni Macchi
    Pubblicato il 9 Giu. 2021 alle 20:23

    Una coppia residente nella provincia di Nuoro è stata rinviata a giudizio per lesioni personali colpose, dopo che il figlio di due anni era stato ricoverato all’ospedale San Francesco del capoluogo provinciale sardo per denutrizione. La vicenda risale al settembre del 2019 quando i genitori, che seguivano una dieta vegana, erano stati segnalati alla Procura nuorese.

    Il caso aveva sollevato molte polemiche, finendo persino in Senato con un’interrogazione parlamentare presentata dall’onorevole Lello Ciampolillo, allora ancora nel Movimento 5 Stelle e oggi nel gruppo misto, che aveva denunciato un “vergognoso esempio di falsa e sleale informazione asservita alle multinazionali del settore, terrorizzate dalla enorme diffusione delle pratiche promosse dalla cultura vegana”.

    La notizia del ricovero del bambino era stata anticipata dal quotidiano l’Unione Sarda e confermata successivamente all’agenzia di stampa Ansa da fonti della Assl di Nuoro. Il piccolo era stato portato in ospedale proprio dai genitori, che ne avevano constatato un’insolita debolezza. Le analisi ematologiche ne avevano allora confermato l’avanzato stato di denutrizione, in quel momento non chiaramente riconducibile a una particolare dieta oppure ad altri fattori, magari genetici.

    In seguito, le indagini condotte dalla Procura di Nuoro hanno portato i magistrati a convincersi delle responsabilità dei genitori, che avrebbero provocato danni alla salute del bambino privandolo di sostanze nutritive importanti per la crescita come la vitamina B12. Durante il ricovero, la coppia non avrebbe fatto sapere di seguire una dieta vegana.

    I genitori sono stati rinviati a giudizio e il processo, come riportano varie testate sarde, avrebbe dovuto aprirsi martedì 8 giugno ma l’avvocato della coppia ha ottenuto dal giudice monocratico una sospensione del procedimento. Il magistrato ha accolto la richiesta della difesa di ammettere gli imputati all’istituto della messa alla prova, affidando così la coppia ai lavori socialmente utili.

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