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    Nomine Asl, indagati Zingaretti e l’assessore D’Amato. I pm: “abuso d’ufficio”

    Credit: Ansa foto
    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 22 Gen. 2021 alle 11:39

    Il presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti e l’assessore alla sanità Alessio D’Amato sono indagati con l’accusa di abuso d’ufficio, falsità commessa da pubblico ufficiale e rifiuto d’atti d’ufficio. Nell’inchiesta sono indagate altre sette persone con le stesse accuse. Nell’elenco in particolare figurano Andrea Tardiola, segretario della giunta della Regione Lazio e Renato Botti, all’epoca dei fatti responsabile della direzione della Salute della Regione Lazio. L’inchiesta avrebbe per oggetto alcune nomine in posti chiave della sanità romana nel 2019.

    Il 12 agosto di quell’anno Antonio Aurigemma, consigliere regionale FdI, aveva presentato un’interrogazione per sapere per quale motivo al vertice di una Asl fosse stata nominata una persona che non aveva i requisiti. La legge nazionale prevede, infatti, che per guidare un’azienda sanitaria si debba “aver svolto per almeno cinque anni una qualificata attività di direzione tecnica o amministrativa in enti o strutture sanitarie pubbliche o private di media o grande dimensione”.

    Quello stesso requisito, stando alla ricostruzione di Aurigemma, fu inizialmente ripreso nel bando regionale, ma poi tolto in ottobre. Il sospetto del consigliere è che la richiesta di una pregressa esperienza di 5 anni sia stata tolta per fare un piacere a qualcuno.

    Ed ecco la risposta, datata 16 novembre 2019, dell’assessore regionale alla Sanità D’Amato al consigliere Aurigemma: “No, non è intenzione dell’amministrazione regionale ritirare il provvedimento, pienamente legittimo all’interno del quadro nazionale. Peraltro, voglio dire al consigliere Aurigemma che la gran parte delle Regioni italiane ha adottato un’analoga metodologia, sia Regioni governate dal centrodestra, sia Regioni governate dal centrosinistra, come Toscana, e Umbria, adesso passata a un nuovo governo, ed altre ancora. Vi è stata un’interpretazione estensiva per dar modo a un’ampia platea di professionisti di partecipare all’Albo dei direttori amministrativi, per poi eventualmente essere presi da quest’Albo”.

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