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    Ucciso dal Covid: storia di un negazionista buono e dei ciarlatani a cui credeva

    Di Selvaggia Lucarelli
    Pubblicato il 28 Nov. 2020 alle 13:37 Aggiornato il 28 Nov. 2020 alle 13:38

    Carlo Cardarelli era un uomo buono. Lo amavano in molti e un po’ lo si capisce anche dalla gran quantità di messaggi commossi sulla sua bacheca Facebook. Messaggi poco sbrigativi, poco formali e molto generosi, in cui si racconta chi fosse e quante nobili battaglie avesse combattuto, prima di quella fatale col Covid.

    Carlo Cardarelli, di San Marcello in provincia di Ancona, era anche un negazionista, uno di quelli che impestavano la sua bacheca di link complottisti, di video surreali, era andato in piazza a protestare contro il lockdown tre settimane fa, era convinto che il nuovo ordine mondiale ci volesse controllare attraverso la dittatura sanitaria. 

    “Allora era un coglione”, dirà qualcuno. No, Carlo Cardarelli era, al contrario, un uomo appassionato e perbene. Aveva 59 anni, era impiegato alle Poste ma anche dirigente dell’Unione inquilini e dell’Associazione consumatori delle Marche, si batteva per i più deboli, per l’ambiente, per il popolo curdo, per i senzatetto, per i diritti della parte più fragile della società.

    Era un “compagno” del Pc di Ancona, come molti lo chiamano per un ultimo saluto su Facebook. Era “l’ultimo soccorso e l’ultima speranza per tantissime persone che questa società inumana aveva emarginato socialmente e frantumato psicologicamente. Carlo Cardarelli era, a suo modo, un gigante. Una persona che ha sempre generosamente messo in secondo piano, anzi forse completamente dimenticato, i propri interessi, rispetto all’interesse comune”, ha detto di lui Marco Gambini Rossano.

    A novembre, Carlo ha contratto il Covid. Lui che al Covid non ci credeva. Lui che alle teorie del complotto era permeabile. E non ci aveva creduto fin da subito, da quando già durante la prima ondata, aveva iniziato a convincersi dell’esistenza di un “sistema”, di un “complotto”, di una grande bugia. Ma non si era convinto da solo, Carlo. Lo avevano convinto i video martellanti dei vari negazionisti del Covid, degli autoproclamati professori, dei medici in cerca di notorietà sul web, degli youtuber no-vax, no-mask, no tutto.

    Condivideva su Fb l’audizione del dottor Bacco alla Camera (quello che dileggiava la Capua), pubblicava selfie con Stefano Montanari (quello che “è una finta pandemia”, “La mortalità è di fatto nulla”), postava le teorie di Diego Fusaro, Vox Italia, Claudio Messora, Roberto Petrella, il Dottor Di Bella. Postava informazioni che gli venivano oscurate da Fb perché fake news, usava il termine “covidioti”, parlava di regime fascio-covidista, scriveva che le mascherine fanno male.

    L’ultimo post che ha condiviso è del 1 novembre, ed è un video di uno dei negazionisti più convinti e insultanti, tal Andrea Tosatto, psicologo ed ex candidato del Movimento 5 stelle, movimento con cui poi ha rotto con strascichi rancorosi. Un video il cui succo è “E se la piramide fosse rovesciata? E SE DIETRO A TUTTO CI FOSSE LA MCKINSEY? SE I GOVERNI FOSSERO STATI CORROTTI? SE I CONSULENTI FOSSERO PAGATI PER DIRE AI GOVERNI COSA DEVONO FARE?”.

    Ma la bacheca di questo Tosatto è tutta un inquietante florilegio di post complottisti (“a Bergamo i dottori sono stati indotti ad applicare protocolli sbagliati uccidendo i pazienti”), volgari (“Considerando ce c’è di mezzo Casalino, siamo già fortunati che il tampone ce lo infilano nel naso”) e poi l’allunaggio, le scie chimiche, la terra piatta, i sionisti, i vaccini, il 5g, Michelle Obama chiamata “la donna col cazzo”, Biden “il pedofilo”, Burioni definito “coglione”, il senatore Pd Andrea Romano che “il modo di zittirlo lo troviamo noi”.

    Ecco, i tanti Andrea Tosatto, 18mila seguaci su fb, hanno contribuito a creare un esercito di complottisti convinti che il virus sia un’influenza. E qualche volta, succede che chi gli ha creduto, si ammali. Che muoia, anche, nella tardiva consapevolezza di aver creduto a dei ciarlatani pericolosi. Carlo è morto all’ospedale Torrette di Ancona il 27 novembre. Con la sua salute già fragile il Covid gli è stato fatale. Era sempre stato dalla parte dei deboli, qualche debolezza ce l’aveva anche lui. E qualcuno che neppure lo conosceva s’è insinuato lì, dove era facile entrare, nel cuore di un uomo buono che aveva confuso il dubbio con le castronerie.

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