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    La resistenza del centro anticamorra a Napoli: “Non ci fermiamo. Alle pallottole, rispondiamo con la bellezza”

    Credit: Ansa

    TPI ha parlato con Anna Riccardi, direttrice di Fondazione Famiglia di Maria, un presidio territoriale, nel quartiere San Giovanni a Teduccio nella periferia est di Napoli, che aiuta persone con fragilità sociali attraverso progetti culturali, laboratori e doposcuola

    Di Marta Facchini
    Pubblicato il 17 Set. 2019 alle 20:29 Aggiornato il 18 Set. 2019 alle 08:48

    Napoli, spari contro la Fondazione Famiglia di Maria. La direttrice Anna Riccardi: “Alle pallottole, rispondiamo con la bellezza”

    “La solidarietà ricevuta è stata travolgente. Oggi mi hanno scritto da Perugia. Ieri sera, mi ha telefonato la mamma di una mia vecchia alunna. Mi ha detto: siamo con te”. Anna Riccardi, presidente della Fondazione Famiglia di Maria, commenta a TPI i numerosi messaggi di sostegno ricevuti dopo che, lo scorso 13 settembre, due colpi di arma da fuoco sono stati esplosi contro il portone dell’associazione nel quartiere di San Giovanni a Teduccio, periferia orientale di Napoli. 

    “Ho avuto molta paura all’inizio. E non sono riuscita a darmi una spiegazione, non me la dò neanche adesso, dopo tutti questi giorni”, spiega Riccardi, che è docente di italiano in una scuola del quartiere. Secondo quanto si apprende, una persona armata di pistola, in sella a una moto, avrebbe sparato, a scopo intimidatorio, contro il portone della fondazione, una realtà che da anni si occupa dei ragazzi e di famiglie con fragilità sociali. Organizza laboratori per i bambini nel doposcuola, corsi ed eventi culturali e porta avanti un progetto di contrasto alla violenza maschile sulle donne.

    “È la prima volta che succede”, afferma Riccardi. “L’associazione conduce un lavoro quotidiano, è un bene della collettività. Per questo non mi spiego quale motivo abbia spinto a commettere un gesto così vile e vigliacco”.

    San Giovanni a Teduccio è segnato dalle lotte tra i due clan rivali del Mazzarella e dei Rinaldi. Gli agenti del commissariato locale stanno indagando e non si esclude che l’atto si possa inserire nel contesto camorristico. Lo scorso 9 aprile, Luigi Mignano era stato ucciso davanti al nipote di quattro anni e Riccardi aveva promosso una lettera-appello al Capo dello Stato, Sergio Mattarella, in cui chiedeva una maggiore presenza dello Stato nel rione.

    “San Giovanni è un quartiere difficile ma non è solo questo. C’è molto di più”, afferma Riccardi. “Il gesto rimane ed è gravissimo. Ma sarebbe più grave se cadesse nel dimenticatoio. O se passasse l’idea che si sta parlando di un fatto normale considerando la storia del posto in cui ci troviamo. Abbiamo deciso di organizzare una manifestazione per domani (mercoledì 18 ottobre, ndr): è un gesto di ribalta che spero richiami un’ondata di persone dal Vomero a Chiara al centro storico”. L’obiettivo è dotare la Fondazione di un sistema di videosorveglienza, finora assente perché sono mancati i fondi per poterlo acquistare.

    I fori lasciati dai proiettili hanno subito una trasformazione. La metamorfosi è opera della mano di un artista, Carmine Duino, che li ha fatti diventare la corolla di due fiori. “Non ci fermiamo”, afferma Riccardi. “Alle pallottole, rispondiamo con la bellezza”.

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