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    Parla la moglie del domatore ucciso dalla tigre: “Mio marito non è stato aggredito. È stato un’incidente”

    Di Marta Vigneri
    Pubblicato il 16 Lug. 2019 alle 17:12 Aggiornato il 18 Lug. 2019 alle 22:05

    “Non sopprimetelo, non ha colpe”, così la moglie di Ettore Weber, il domatore ucciso il 4 luglio 2019 da una delle sue tigri al circo Orfei di Triggiano, in Puglia, ha raccontato la sua verità sulla morte del marito.

    “Non ha colpe”. In un’intervista rilasciata al quotidiano locale pugliese Il Quotidiano Nazionale, Loredana Vulcanelli ha espresso la sua opinione su quanto accaduto la sera del 4 luglio nel circo di Triggiano, dove con il marito allenava ogni sera un gruppo di tigri, le stesse da 15 anni. Ettore Weber, 61 anni, è stato colpito alla giugulare da una tigre ed è morto nel giro di pochi secondi.

    Secondo la moglie dell’esperto circense, l’errore è stato del marito, che non ha calcolato lo spazio in modo corretto e ha permesso all’animale di andargli addosso con la zampa.

    “La prima tigre è salita sullo sgabello, mio marito è indietreggiato mentre io facevo venire la seconda tigre. Lui ha fatto 3 passi in più rispetto al solito e girandosi era convinto di essere nel mezzo. Invece era sotto alla tigre. Ha sbagliato il movimento”, continua la moglie. E spiega che nella dinamica di quanto accaduto al circo di Triggiano non ha avuto la possibilità di cogliere alcun segnale di pericolo da parte del marito, con cui normalmente si capiva con uno sguardo.

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    “Io e lui abbiamo un’intesa di 40 anni, con gli occhi ci capiamo. Qualsiasi allarme ce lo comunichiamo in un istante”, ma la sera del 4 luglio non è stato così. Per Vulcanelli la tigre che ha ucciso il marito, Sultan, non ha aggredito l’uomo, perché quello che è successo è stato frutto di un incidente.

    “Le tigri sono tornate impaurite dentro il tunnel. La tigre che l’ha colpito, Sultan, è rimasta sopra mio marito, come a vegliarlo. È come se si fosse resa conta dell’errore e voleva dirci: ‘State lontani, ci penso io’”.

    La donna non vuole che la tigre sia soppressa, nonostante nel 2013 alcuni esemplari della stessa specie siano stati sequestrati perché ritenuti pericolosi.

    “Non sono pericolosi:se io mi avvicino a uno strapiombo per farmi un selfie, non è colpa del burrone se muoio. Quelle tigri le abbiamo cresciute col biberon di latte nella roulotte. E sicuramente non verranno abbattute”, conclude la donna.

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