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    Morta di tumore a 13 anni, il sogno della madre: “Vorrei il suo ultimo tema”

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    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 3 Giu. 2022 alle 14:43

    Morta di tumore a 13 anni, il sogno della madre: “Vorrei il suo ultimo tema”

    “C’è questo tema che vorrei recuperare ma finora i tentativi con la scuola si sono arenati”. È l’appello lanciato sui social da Sabrina Bergonzoni, madre di Eleonora morta di tumore nel 2018, quando aveva solo 13 anni. Pochi mesi prima della tragica scomparsa, aveva sostenuto da privatista il test di ammissione alla terza media. “Abbiamo preso tutti gli antidolorifici, speriamo che il braccio regga. La stimo e l’amo ogni giorno”, aveva scritto la madre quel 28 maggio 2018, quando aveva accompagnato Eleonora alla scuola per svolgere il tema. Un anno prima alla ragazza era stato diagnosticato un osteosarcoma, un tumore primario dell’osso, che l’aveva costretta a frequentare la seconda media da casa e dall’ospedale Rizzoli di Bologna, mentre si sottoponeva a interventi chirurgici e terapie.

    “Le mie attese in auto, i suoi antidolorifici, un sole che racchiudeva false promesse di gioiose giornate estive che a 13 anni hanno il sapore di futuro e a 46 anni con una figlia malata ricorda solo il dolore per quel futuro perso”, ha ricordato su Facebook la madre, a quattro anni da quando accompagnò la figlia a sostenere quell’esame. Da allora ha tentato a più riprese a recuperare il tema che aveva scritto quel giorno: una semplice richiesta che si è rivelata difficile da soddisfare.

    “Ci sono delle leggi, c’è il diritto amministrativo, le procedure…ok…ma se un genitore chiama e ti racconta un dramma potrebbe esserci qualcuno che ti indichi la procedura invece di indicarti di inviare una mail a qualcuno che non risponderà? Ed è mai possibile che se non usi Pec o raccomandate ci si senta in diritto di ignorare una richiesta?”, ha scritto la donna in un nuovo post su Facebook, in cui ha commentato un articolo pubblicato dall’edizione bolognese de Il Corriere della Sera sul suo caso  “Noi genitori di ragazzi con malattie gravi siamo abituati ai muri di gomma. Questo vi assicuro non è dei peggiori che ho sperimentato”, ha continuato. “Cara Eleonora, magari nel tema ci hai mandato tutti a quel paese, ne avresti avuto tutte le ragioni”.

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