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    Monza, la testimonianza di una 53enne: “I medici mi hanno distrutto la vita asportandomi lo stomaco senza alcun motivo”

    La testimonianza shock della donna di Monza cui è stato asportato lo stomaco "per errore" dopo una diagnosi sbagliata

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 17 Set. 2019 alle 15:25 Aggiornato il 17 Set. 2019 alle 15:27

    Monza, la testimonianza di una donna: “Mi hanno tolto lo stomaco per errore”

    “Due medici mi hanno distrutto la vita, asportandomi senza alcun motivo lo stomaco”. Sono le parole di una donna di 53 anni di Monza, cui nel nel 2016 è stato tolto lo stomaco per “per errore”, dopo una “diagnosi di tumore maligno” che si è rivelata “totalmente sbagliata”.

    Oggi, 17 settembre, la donna ha ripercorso la sua vicenda come testimone e parte civile nel processo a Monza a carico di due chirurghi dell’ospedale MultiMedica di Sesto San Giovanni (Milano).

    “Sono sopravvissuta solo grazie all’amore di mio marito e dei miei figli”, ha detto la donna, assistita dal legale Francesco Cioppa. “Vivo nutrendomi di quell’amore della mia famiglia e della speranza, che i miei legali mi dicono essere certezza, che grazie ai giudici si giungerà nel processo ad accertare la verità su quanto mi è accaduto e sulle relative responsabilità, affinché ciò che è successo a me non accada mai più”, ha detto la donna ai cronisti.

    “La paziente è stata operata come se fosse affetta da un cancro gastrico che non era documentato, con tutte le conseguenze del caso dovute alla mancanza ormai definitiva dello stomaco”, hanno appurato il professore e medico legale Arnaldo Migliorini e il professore e chirurgo Jacques Megevand, consulenti della Procura.

    Quando il 5 maggio del 2016, dopo l’operazione, quando la donna era diventata ormai un “cadavere ambulante”, seppe nello stesso ospedale che gli esiti istologici erano negativi.

    Secondo quanto riportato nella denuncia, una dottoressa le disse: “Signora, la gastrectomia andava comunque effettuata per le altre patologie che la affliggevano!”. Per i consulenti invece sarebbe bastata una terapia farmacologica per combattere un’ulcera gastrica.

    Solo il 27 maggio 2016, ha aggiunto la paziente, da un “nostro consulente” medico “avemmo la conferma” che la diagnosi di tumore allo stomaco era “priva di fondamento scientifico”.

    Dopo la deposizione della testimonianza della donna, il processo è stato aggiornato al 15 ottobre per sentire i consulenti del pm e il coniuge della vittima di questo incredibile caso di malasanità.

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