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    Melis (CGIL) a TPI: “Sui rider vittoria storica: lo sfruttamento non è più accettabile”

    Di Lorenzo Zacchetti
    Pubblicato il 25 Feb. 2021 alle 19:26 Aggiornato il 25 Feb. 2021 alle 21:17

    “L’inchiesta della Procura di Milano sui rider è l’ennesima conferma delle nostre ragioni. La vertenza dura ormai da tempo e quanto emerso negli ultimi giorni non fa che rispecchiare il nostro punto di vista: bisogna smetterla di trattare questi lavoratori come schiavi, perché sono cittadini come tutti gli altri”. Così Francesco Melis del Nidil CGIL Milano (il settore sindacale che si occupa dei lavoratori autonomi precari e somministrati) commenta a TPI il giro di vite imposto dalla magistratura, che ha sancito l’obbligo di assunzione per quelli che vanno considerati lavoratori subordinati a tutti gli effetti.

    Come avete accolto l’inchiesta sui rider e le conclusioni a cui è giunta?

    “E’ una grande vittoria, che smonta totalmente la retorica delle piattaforme. Smonta l’idea che per fare questo business sia necessario sfruttare i lavoratori e guadagnare sulla loro pelle. Questo non è più concepibile, perché, come ha detto il procuratore capo di Milano, non stiamo parlando di schiavi. E’ un messaggio importante, che viene da un’istituzione fondamentale del nostro Paese. Questa inchiesta oltretutto non coinvolge solo la Procura di Milano, ma anche l’Ispettorato del lavoro, INAIL e INPS. C’è un’evasione importante sulla contribuzione e anche sulla sicurezza dei lavoratori: si parla di circa 733 milioni di euro”

    Quali saranno i prossimi passi?

    “Il messaggio che rivolgiamo alle piattaforme è lo stesso ormai da due anni: siamo pronti a metterci a un tavolo per discutere di come far rientrare questa categoria professionale nel novero della subordinazione, dentro un contratto collettivo nazionale che restituisca dignità e tutele a questo bacino di lavoratori, che ne hanno fortemente bisogno”

    Di quanti lavoratori stiamo parlando, a Milano e in Lombardia?

    “In Lombardia i numeri non sono semplici da quantificare. Nascerà un nuovo Osservatorio come organo di garanzia, a seguito dell’accordo anti-caporalato che abbiamo siglato nei mesi scorsi, e fra tre mesi ci sarà la prima presentazione dei dati. Quello che già sappiamo è che a livello nazionale i rider del food delivery sono 66.000. Un’altra cosa certa è che Milano è la piazza più importante: non possiamo essere più precisi, per ora, ma sicuramente stiamo parlando di numeri importanti, cioè oltre le 10.000 unità”.

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