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    Insulti a Falcone, la sorella del giudice sugli audio di Matteo Messina Denaro: “Provo solo disgusto”

    Di Massimiliano Cassano
    Pubblicato il 6 Feb. 2023 alle 16:33

    “Sono bloccato nel traffico da quattro ore per le commemorazioni di sta minchia”: con queste parole il boss Matteo Messina Denaro, il 23 maggio – giorno delle commemorazioni della strage mafiosa di Capaci che costò la vita a Giovanni Falcone – esprimeva in una chat con alcune pazienti conosciute durante la terapia oncologica il suo fastidio.

    Letta dalla sorella del giudice, quella dichiarazione le ha fatto provare “solo disgusto”. “Il tono carico di violenza che ha usato mi ha creato molto disagio”, ha detto Maria Falcone, intervistata oggi dal Corriere della Sera. “Superato il fastidio, però – ha aggiunto – ho fatto una considerazione. Il re ora è finalmente nudo. Mi spiego. Per settimane Messina Denaro, su diversi media, è stato raccontato come un latin lover di provincia. E non come l’assassino stragista che è. Ho letto pure che in molti sono corsi a comprare giacconi simili a quelli che indossava il giorno dell’arresto. Quasi a ritenerlo un personaggio da emulare. Ecco, spero che quest’audio così orribile serva a togliere dubbi a chi ne ha e a riportare tutti alla realtà”.

    Secondo la sorella del magistrato il boss non collaborerà con la giustizia: “Penso che sia permeato dalla subcultura mafiosa. Non farà mai questo passo. Un po’ come Riina e Provenzano. Che sono stati poi i suoi alleati e i suoi modelli. Poi basta sentirlo parlare per rendersi conto che nessun ravvedimento è possibile”.

    La donna non crede al fatto che il blitz dei carabinieri sia avvenuto in seguito a un accordo con il “boss”, che si sarebbe fatto catturare di sua spontanea volontà: “Non era trascorso nemmeno un giorno dal blitz e già in tv c’era chi metteva in dubbio l’operazione. Alcuni per ignoranza, altri per invidia, altri ancora perché affetti da complottismo acuto. E quel che fa male, sinceramente, è che certe insinuazioni siano venute da magistrati ed ex magistrati”.

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