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    La mappa del potere: ecco con chi dovrà fare i conti il prossimo sindaco di Roma

    Dal bancomat delle partecipate alla lobby delle sepolture: ecco con chi dovrà fare i conti il prossimo sindaco di Roma. L'inchiesta sul terzo numero del settimanale The Post Internazionale-TPI, in edicola dall’1 ottobre

    Di Francesca Fagnani
    Pubblicato il 2 Ott. 2021 alle 11:08 Aggiornato il 2 Ott. 2021 alle 11:14

    Un tempo, prima che ad occupare la scena fosse il complotto dei cinghiali, dopo quello degli autobus che prendono fuoco e di quell’altro ancora – sventato per un soffio – dei frigoriferi (anzi “dei frighi”) abbandonati per strada, i protagonisti assoluti di qualsiasi campagna elettorale erano i famosi “poteri forti”, a cui ogni candidato sindaco doveva quanto meno una photo opportunity e qualche garanzia. C’erano i Palazzi del potere, i palazzinari, il Vaticano, gli ultrà, i tassisti, la Casa del Cinema, l’Auditorium e la Camera di Commercio. C’erano anche i monezzari, il cui re era – e in qualche modo resta – Manlio Cerroni, proprietario della discarica più grande d’Europa (chiusa dal sindaco Marino nel 2013, senza aver prima trovato una soluzione alternativa) che in un interrogatorio parlando del suo rapporto con gli amministratori locali dice: “Quando erano in difficoltà mi venivano a dire ‘annamo a senti’ lui, l’oracolo. Che cosa dici? Che cosa facciamo?'”…
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