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    Anpi al centro di nuove polemiche per il manifesto sulla festa della Liberazione

    Di Almerico Bartoli
    Pubblicato il 11 Apr. 2022 alle 16:19 Aggiornato il 11 Apr. 2022 alle 16:24

    L’Associazione Nazionale Partigiani Italiani, in sigla ANPI, ha diffuso ieri il suo manifesto per lanciare il tradizionale corteo in occasione della festa della Liberazione del 25 aprile. La scena, realizzata dall’illustratrice e fumettista Alice Milani, rappresenta una piazzetta tipica italiana dove sono disegnati alcuni partigiani con il fazzoletto tricolore al collo che colloquiano con alcuni ragazzi. Sul pavimento al centro della piazza viene riportata la scritta dell’articolo 11 della Costituzione, “l’Italia ripudia la guerra” e dalle case raffigurate ai margini una donna tiene in mano la bandiera arcobaleno della pace mentre in alto a destra sventolano le bandiere tricolori tra cui una – come fa notare Repubblica – che ricorda più il vessillo ungherese per via della disposizione verticale delle bande.

    Dopo le polemiche per la linea adottata verso Mosca in occasione dell’invasione russa dell’Ucraina, definita da alcuni troppo “morbida,” l’Anpi è stata nuovamente al centro delle critiche di recente per il suo comunicato sui crimini di guerra compiuti a Bucha, in cui chiedeva che venisse fatta luce su quanto avvenuto nel villaggio ucraino attraverso una commissione d’inchiesta. La comunità ebraica ha dichiarato che l’associazione confondeva “aggressori e aggrediti,” mentre in un’editoriale pubblicato il 6 aprile sulla rivista italiana di cultura Micromega, lo scrittore Paolo Flores d’Arcais ha definito “osceno” il comunicato dell’associazione, dichiarando che “infanga i valori della Resistenza.”

    Anche l’ultimo manifesto dell’associazione nazionale antifascista non ha mancato di suscitare diverse polemiche. L’ex partigiano e presidente storico Carlo Smuraglia ha ricordato che anche in Ucraina si tratta di “Resistenza,” aggiungendo che “un popolo che resiste va aiutato anche con le armi.” Qualcun altro invece, come riporta Repubblica, ha fatto notare come nell’articolo integrale della Costituzione citato, che i partigiani contribuirono a scrivere, viene sottolineato che “si ripudia l’idea di risolvere le controversie internazionali con la forza armata.”

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