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    La mamma di Stefano Cucchi: “Senza le foto del corpo pestato la gente non avrebbe capito, lì è iniziata la battaglia”

    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 22 Ott. 2019 alle 20:13 Aggiornato il 22 Ott. 2019 alle 20:17

     

    La mamma di Stefano Cucchi: “Senza le foto del corpo pestato la gente non avrebbe capito, lì è iniziata la battaglia”

    “Sono dieci anni oggi. Tanti dolori, tante sofferenze. Dieci anni sono lunghi, ma finalmente la verità è uscita fuori. Abbiamo sempre creduto nella giustizia, seguiteremo a credere nella giustizia. E speriamo che veramente venga fatta questa volta”. Sono le parole di Rita Calore, la mamma di Stefano Cucchi, nel giorno del decimo anniversario dalla morte del figlio, durante una fiaccolata a largo Aruleno Celio Sabino.

    “Ilaria ha contato moltissimo. Io e mio marito eravamo distrutti, Ilaria ci ha ritirato su, ci ha dato un senso per andare avanti. Il senso della ricerca della verità, e questo abbiamo seguito. La società civile ci ha aiutato tanto, le telefonate, le lettere, la gente che ci è stata vicina a migliaia, Bisogna dire veramente grazie a tutti”, ha proseguito la donna, che per dieci anni, insieme al marito, alla figlia Ilaria e all’avvocato Fabio Anselmo, non ha smesso di lottare per la ricerca della verità sulla morte di Stefano. “Ilaria ha avuto la lucidità mentale di prendere in mano la situazione. Anche il ruolo dell’avvocato Anselmo è stato fondamentale”, ha aggiunto il papà di Stefano, Giovanni Cucchi.

    “La nostra battaglia non finirà con la verità per Stefano, continueremo a lottare per gli altri”, ha proseguito la donna.

    “Il momento più difficile è stato quando sono stati assolti tutti, ma come dice Ilaria, lì abbiamo vinto perché l’opinione pubblica ha capito che quella non era la verità”, ha raccontato poi Giovanni Cucchi.

    Rita Calore riconosce poi quanto sia stato fondamentale nella battaglia per la verità mostrare le foto del corpo pestato di Stefano. “Mostrare la foto ha cambiato tutto. Io ero l’unica che non voleva mostrarla , Stefano teneva troppo alla su immagine. Mi sentivo di fargli un torto, ma poi ho capito che senza quelle foto la gente non avrebbe capito. Lì è stato l’inizio di tutto”.

    E arriva poi un messaggio di speranza e gratitudine nei confronti delle istituzioni: “Crediamo nelle istituzioni, in tutti quei ragazzi che escono la mattina e non sanno se rientrano la sera. Non è giusto che solo una manciata di loro macchino la divisa e portino la divisa indegnamente. Se tornassimo indietro rifaremmo tutto quello che abbiamo fatto”, conclude la mamma di Stefano.

    “La fiaccolata di stasera è per tutti gli altri Stefano, gli ultimi che non hanno voce, di cui nessuno sentirà mai parlare. I loro diritti vengono calpestati, nessuno di noi può voltarsi dall’altra parte. Stefano ci insegna che di indifferenza si può morire”, ha aggiunto Ilaria Cucchi, la sorella di Stefano, diventata il simbolo della lotta per la verità sulla morte del fratello.

    “Non so quando finirà questa storia, non so se potremo mai mettere il punto. Io, i miei genitori e tutti quelli che hanno lottato con noi, abbiamo mantenuto la promessa fatta a Stefano la sera del 22 ottobre del 2009 quando l’abbiamo visto sul tavolo dell’obitorio. La verità è venuta fuori innegabile”, ha concluso Ilaria.

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