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    Leonardo, sì al prestito dell’Uomo vitruviano: il Tar respinge il ricorso di Italia nostra

    I giudici amministrativi ricordano inoltre che "in passato sono state oggetto di prestito all'estero altre opere" tra cui La Tempesta di Giorgione, "Visioni dell'aldilà" di Bosch e il disegno di Michelangelo "La caduta di Fetonte"

    Di Maria Teresa Camarda
    Pubblicato il 16 Ott. 2019 alle 17:11 Aggiornato il 16 Ott. 2019 alle 17:27

    Leonardo, sì al prestito dell’Uomo vitruviano: la sentenza del Tar del Veneto

    Il Tribunale amministrativo del Veneto ha respinto il ricorso di Italia nostra contro il prestito alla Francia delle opere di Leonardo, tra cui l’Uomo Vitruviano, custodito alle Gallerie dell’Accademia. Il Tar “dichiara pienamente legittimo l’operato del Mibact. Ora può partire la grande operazione culturale italo-francese delle due mostre su Leonardo a Parigi e Raffaello a Roma”. È il commento a caldo, su Twitter, del ministro della Cultura Dario Franceschini.

    Il “carattere identitario” dell’Uomo Vitruviano di Leonardo nell’elenco delle Gallerie dell’Accademia “non è assoluto e non esclude tassativamente l’opera dal prestito”. I giudici amministrativi ricordano inoltre che “in passato sono state oggetto di prestito all’estero altre opere” tra cui La Tempesta di Giorgione, “Visioni dell’aldilà” di Bosch e il disegno di Michelangelo “La caduta di Fetonte”.

    Per il Tar, il ricorso di Italia nostra contro il prestito dell’Uomo Vitruviano di Leonardo al Louvre “non presenta sufficienti elementi di fondatezza”. Il Mibact non è incompetente e gli approfondimenti tecnici svolti per il prestito dell’opera sono giunti alla conclusione “che le criticità possono considerarsi risolvibili con precise cautele sulla movimentazione, sulla riduzione del numero di giorni di esposizione e con condizioni di illuminamento limitate a 25 lux”.

    La scelta di consentire l’esposizione ripetuta e ravvicinata nel tempo dell’opera (a Venezia dal 17 aprile al 14 luglio 2019; a Parigi dal 24 ottobre al 14 dicembre), secondo i giudici “potrà eventualmente comportare, per rispettare gli standard di lux/ora cumulabili per anno a cui l’opera può essere esposta, la sottrazione alla visione del pubblico della medesima per un periodo prolungato, per consentirne il riposo al buio”.

    “L’Amministrazione – si legge nell’atto – ha consentito il prestito sottolineando, a supporto della scelta, l’eccezionale rilevanza mondiale dell’esposizione, l’aspirazione del Paese a valorizzare al massimo le potenzialità del suo patrimonio, il valore di collaborazione e scambio tra Stati espresso nel Memorandum, oltre che il ritorno di immagine e di riconoscibilità, anche identitaria, delle Gallerie dell’Accademia di Venezia quale depositario di opere di Leonardo, l’implementazione dei rapporti culturali e museali tra le Gallerie dell’Accademia di Venezia ed il Musée du Louvre, nonché il vantaggio conseguito in forza del prestito per lo scambio con opere di Raffaello Sanzio destinate a una mostra presso le Scuderie del Quirinale, difficilmente fruibili nel territorio nazionale”.

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