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    Sottopagati, senza diritti e con contratti fasulli: la condizione dei lavoratori stagionali sulla riviera romagnola

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 16 Giu. 2019 alle 13:44 Aggiornato il 16 Giu. 2019 alle 15:43

    Lavoro stagionale riviera romagnola sfruttamento – Due euro l’ora per pulire una camera d’albergo di Rimini. Almeno otto ore al giorno, che poi diventano anche dieci, dodici. Ogni giorno perché il riposo settimanale è un miraggio, quasi sempre.

    A fine mese in busta paga arrivano 800 euro, forse se ne portano a casa 1100 se si ha più esperienza, se i clienti tornano e sono soddisfatti, se si è chiuso un occhio sull’ultima pretesa del datore di lavoro. È la testimonianza riportata all’Espresso da una ex lavoratrice della riviera romagnola, che ha raccontato le estati trascorse negli hotel fatte di sfruttamenti continui, diritti assenti, orari infiniti e buste paga false. E che ha ripercorso un colloquio-tipo con un datore di lavoro.

    Una condizione che vale per molte categorie professionali: cuochi, animatori, chi si occupa della pulizia e chi della gestione del back office. E una realtà vivida, in una delle mete più apprezzate dai turisti, italiani e non, che è una storia vecchia.

    C’è da anni ma è tornata agli onori delle cronache per le dichiarazioni del sindaco Pd di Gabicce Domenico Pascuzzi, che sulle pagine del Resto del Carlino ha dichiarato: “Molti giovani del sud che l’anno scorso avevano lavorato nei nostri alberghi, quest’anno hanno risposto di non tornare a Gabicce perché stavano percependo il reddito di cittadinanza. E se accettassero di tornare perderebbero l’assegno da oltre 700 euro che a loro basta per vivere”.

    Le cose, invece, non stanno esattamente così.

    >Leggi anche: “Non ci sono più lavori estivi per colpa del reddito di cittadinanza”. Tutte balle, ecco perché

    Chi offre una posizione lavorativa, spiega la testimone rimasta anonima, punta tutto sulla necessità di trovare un lavoro manifestata dalla persona che si ritrova davanti. “Sei un privilegiato se vieni assunto al posto di quei molti che si suppone siano in una presunta fila alla loro porta”, spiega.

    Poi, ci sono in ordine: la crisi, le stagioni che non sono più quelle di una volta, meno turisti e meno guadagni. E quindi meno soldi in busta paga.

    E, visto che il lavoro è poco e le cose da fare sono tante, nemmeno a parlarne del giorno di riposo settimanale. O meglio, il giorno esiste sulla carta ma non nella realtà. E se arriva l’ispettorato del lavoro, c’è anche una scusa pronta: “di fronte all’ispettorato del lavoro se sei presente il giorno che dovresti essere libero è per un esigenza improvvisa dell’azienda, ma tu di solito quel giorno riposi”.

    Lavoro stagionale riviera romagnola sfruttamento – L’esperienza che il lavoratore offre non è mai quella giusta. Anche con un cv lungo pagine e pagine, le capacità maturate sono sempre inevitabilmente diverse da quelle che l’hotel cerca.

    “Se sei cameriere ed hai già esperienza in strutture dello stesso livello, sicuramente il servizio viene fatto in modo completamente diverso, se sei cuoco e hai lavorato anche in hotel di pari categoria è certamente tutto un altro discorso nell’albergo di chi ti sta proponendo il lavoro”, riporta l’Espresso.

    Quando è offerto, il vitto è fatto di avanzi del giorno prima. O del giorno prima ancora. E per l’alloggio, quando è offerto, può capitare si tratti di cuccette ammassate nei sottotetti anche nell’afa di agosto.

    “Penso che accuserei i dipendenti dell’ispettorato del lavoro di una ottusità che non credo gli appartenga, penso che provino qualche volta a spaventare con delle multe ma che quando si chiudono le porte degli hotel alle spalle sanno di avere a che fare con un sistema malsano e una situazione più grande di loro”, si legge nella testimonianza riportata dall’Espresso.

    “Quale situazione è questa? Quella di ordinaria, implicita, accettata illegalità all’italiana. Se non lavori tu a queste condizioni, lo farà qualcun’altro”.

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