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    La confessione delle figlie di Laura Ziliani: “L’abbiamo uccisa perché voleva avvelenarci”

    Di Giovanni Macchi
    Pubblicato il 20 Ott. 2022 alle 13:34 Aggiornato il 20 Ott. 2022 alle 13:35

    Dai verbali delle confessioni di Silvia Zani emergono le motivazioni che hanno spinto lei, insieme alla sorella Paola e al fidanzato Mirto Milani, ad uccidere Laura Ziliani, vigilessa di Temù in Vallecamonica assassinata a mani nude l’8 maggio 2021. “Eravamo disperati per i tentativi di mia madre di ucciderci e non sapevamo cosa fare. Secondo la nostra idea, mia madre si sentiva bloccata con tre figlie di cui una disabile e l’idea che avevamo era che voleva liberarsi di noi. E già nell’estate del 2020 iniziammo a pensare al modo in cui risolvere il problema: cioè ucciderla”, il contenuto dei verbali pubblicati oggi dal Giornale di Brescia. Un tentativo di omicidio c’era già stato pochi giorni prima, il 16 aprile, quando le somministrarono una tisana imbottita di ansiolitici che la fece dormire per oltre 48 ore.

    A maggio poi l’epilogo: “Dopo che mia madre aveva mangiato i muffin che le avevamo preparato con dentro benzodiazepine, iniziammo a cercare di capire come proseguire nel nostro progetto. Io ero convinta di quello che volevo fare”, ha raccontato la figlia agli inquirenti. “Sono entrata nella camera da letto di mia madre e ricordo di averle messo le mani attorno al collo – ha proseguito Silvia Zani – Paola la teneva ferma con il suo peso. Mia madre ha iniziato a rantolare e a quel punto Mirto si è accorto non stava andando come previsto ed è entrato in camera. Ha messo lui le mani sul collo di mia mamma. In un certo senso mi ha dato il cambio”.

    I verbali vengono pubblicati a una settimana esatta dal processo: le porte della Corte d’Assise si apriranno giovedì 27 ottobre per la prima udienza del dibattimento. I tre imputati rei confessi avrebbero dunque agito per paura di essere uccisi: la figlia maggiore avrebbe addirittura raccontato di aver trovato della candeggina nel suo latte – messo secondo lei dalla madre – e delle sostanze caustiche nel sale. “Il nostro incubo era quello di essere avvelenati da Laura – si legge nel verbale di Mirto Milani – Perché non abbiamo denunciato? Dal nostro punto di vista se i carabinieri avessero scoperto che Laura voleva farci del male, poi sarebbero per deduzione risaliti a noi, avendo la prova della nostra colpa”.

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