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    Addio a Laura Wronowski, ultima nipote di Matteotti: partecipò alla Resistenza come staffetta partigiana

    Di Giovanni Macchi
    Pubblicato il 23 Gen. 2023 alle 13:56 Aggiornato il 23 Gen. 2023 alle 13:56

    “Ciao Laura, ciao Partigiana. Un grande dolore”: l’associazione nazionale partigiani d’Italia saluta così Francesca Laura Wronowski De Topòr, ultima nipote di Giacomo Matteotti, morta all’età di 99 anni. Fece parte della Resistenza appena 19enne, quando entrò a far parte della brigata partigiana “Giustizia e Libertà”: da staffetta prese il nome di “Kiki”, ma per tutti era “Laura”.

    Non si tirò indietro di fronte a diverse azioni anche rischiose, come la liberazione di venti prigionieri ebrei dal campo di Calvari. Nel 1951, terminata la guerra, divenne giornalista professionista.

    Anche in virtù del suo lavoro ha continuato a raccontare il suo ruolo e quello in generale della resistenza partigiana nella Seconda Guerra Mondiale in diversi incontri nelle scuole.

    Nel 2016, in occasione del settantesimo anniversario della Liberazione, è stata insignita dal Ministero della Difesa della Medaglia di Liberazione. Due anni più tardi ha ricevuto il Premio nazionale “Renato Benedetto Fabrizi” per l’impegno nella difesa della libertà nazionale: quell’anno ha ricevuto anche l’Ambrogino d’oro del Comune di Milano.

    La sua prima attività da partigiana fu il 9 settembre del 1943, quando salì in Valfontabuona, in provincia di Genova, per scegliere una località che garantisse un minimo di sicurezza alla cellula partigiana di cui faceva parte.

    Tra le sue prime azioni, consegnò al partigiano “Paolino”, un giovane macellaio, una mezza banconota da 2 lire: l’uomo aveva l’altra metà, in segno di riconoscimento.

    Tra il giugno e il luglio del 1944 avvenne la liberazione del campo di concentramento di Calvari, denominato “Campo 52”: ospitava internati civili, all’inizio prigionieri inglesi, neozelandesi e africani, e successivamente anche ebrei.

    Non ci fu alcuno spargimento di sangue: la Brigata, venuta a sapere che nel campo, in quel periodo, c’erano circa 30 ebrei di mezza età, intervenne con l’aiuto di due guardie e riuscì a far uscire tutti. La vita di Francesca Laura Wronowski De Topòr è stata raccontata dalla giornalista Zita Dazzi nel libro ‘Con l’anima di traverso. La storia di resistenza e libertà di Laura Wronowski’.

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