Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
  • Cronaca
  • Home » Cronaca

    Lampedusa, recuperati i primi corpi dal barchino naufragato: c’è anche un uomo impiccato

    Una delle immagini dei corpi sul barchino naufragato

    Da recuperare, dopo le videoriprese del robot della Guardia costiera, dovrebbero esserci ancora altre 5 salme. Le immagini sono strazianti

    Di Maria Teresa Camarda
    Pubblicato il 17 Ott. 2019 alle 15:14 Aggiornato il 17 Ott. 2019 alle 16:29

    Lampedusa, recuperati i primi corpi dal barchino naufragato

    Arriveranno fra poco, al molo Favarolo di Lampedusa (Ag), i primi sette corpi recuperati dal barchino che è naufragato, a sei miglia dalla costa di Lampedusa, nella notte fra domenica 6 e lunedì 7. Tra le prime salme anche quella di una bambino e di una giovane donna, che potrebbero essere la mamma e il figlio che una donna cercava dal giorno dopo il naufragio. A recuperarle sono stati i sommozzatori della Guardia costiera che oggi hanno iniziato le immersioni fino al punto esatto in cui si trova l’imbarcazione, a 60 metri di profondità.

    Nelle ore immediatamente successive al naufragio vennero recuperate 13 salme, tutte di donna. Da recuperare, dopo le videoriprese del robot della Guardia costiera, dovrebbero esserci ancora altre 5 salme.

    Le immagini hanno mostrato che nel relitto c’è un uomo rimasto impigliato alla cabina di comando del peschereccio, come fosse stato impiccato, i piedi scalzi e le scarpe legate alla cintura. C’è anche un ragazzo appoggiato sul fondo del mare, riverso su un fianco e con il cappuccio della felpa ancora calato sulla testa per proteggersi dal freddo. E un altro con la schiena poggiata sulla sabbia, le braccia aperte verso l’alto.

    Ma non è escluso che, in zona, possano esservi altri cadaveri.

    Le strazianti immagini dei migranti annegati a Lampedusa il 7 ottobre 2019

    Migranti, gli sbarchi sono in aumento

    Le foto del peschereccio naufragato sono l’ennesimo pugno nello stomaco ad un’Europa distratta, che non riesce a darsi una politica comune per gestire i flussi migratori, lasciando che migliaia di disperati continuino ad attraversare il Mediterraneo e, spesso, muoiano nella speranza di costruirsi una nuova vita. Traversate che non si fermano, come dimostrano i numeri di settembre e dei primi 15 giorni di ottobre.

    Frontex parla di un +16 per cento sulla rotta del Mediterraneo centrale rispetto al mese precedente, ma si tratta di un dato parziale e non aggiornato. I numeri del Viminale dicono infatti che tra agosto e settembre l’aumento è stato di poco inferiore al 50 per cento (da 1.268 a 2.498), mentre rispetto allo stesso mese del 2018 gli sbarchi sono aumentati di due volte e mezzo, passando dai 947 di settembre 2018 ai 2.498 di quest’anno. E la tendenza all’aumento è confermata anche ad ottobre: dall’1 al 16 i migranti arrivati in Italia sono 999, contro i 1.007 arrivati in tutto ottobre 2018.

    Una situazione che il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese conferma al question time alla Camera, sottolineando però che “non si può parlare di una escalation degli sbarchi”: si tratta di un incremento, dice il titolare del Viminale, “riconducibile agli sbarchi autonomi, che non è un fenomeno nuovo” e che, tra l’altro, si era manifestato “già a marzo” ed è in linea con l’anno scorso, quando furono circa 6mila gli sbarchi autonomi a fronte dei 6.800 registrati fino ad oggi.

    Leggi l'articolo originale su TPI.it
    Mostra tutto
    Exit mobile version