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    Incidenti sul lavoro: 4 operai morti in un’azienda agricola nel Pavese

    Gli operai sono annegati in una vasca. Ancora da chiarire le dinamiche dell'incidente

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 12 Set. 2019 alle 15:16

    Incidenti sul lavoro: 4 operai morti in un’azienda agricola nel Pavese

    Continuano gli incidenti sul lavoro: 4 operai, infatti, sono morti nella mattinata di giovedì 12 settembre in un’azienda agricola di Arena Po, nel Pavese.

    A renderlo noto è stato il 118, che è accorso tempestivamente sul luogo, insieme ai vigili del fuoco, poco dopo l’incidente.

    Secondo una prima ricostruzione, i quattro sarebbero annegati in una vasca, successivamente svuotata dai pompieri per recuperare i cadaveri.

    In un primo momento si era parlato di due morti e due dispersi, notizia purtroppo aggiornata con la morte degli altri due operai una volta che, poco dopo, sono stati ritrovati anche i loro cadaveri.

    La dinamica esatta dell’incidente è ancora da accertare. Sul luogo sono arrivati anche le forze dell’ordine, che ora inizieranno le indagini per appurare ciò che è accaduto.

    L’incidente va ad aggiornare il triste bilancio di morti sul lavoro, che nei primi sette mesi del 2019 sono stati 599 secondo i dati diffusi dall’Inail.

    Morti sul lavoro, Anmil: “Dal nuovo governo ci aspettiamo risposte concrete. Serve un piano strategico”

    Proprio nei giorni scorsi, il presidente dell’Anmil, Zoello Forni, a TPI si era detto preoccupato per il numero di morti sul lavoro, sempre più in aumento.

    “La situazione è allarmante. Già il 2018 aveva contato le sue numerose vittime, che nel 2019 sono aumentate nonostante la condizione stagnante dell’economia e le ore di cassa integrazione. Se così non fosse stato, potevano essere ancora di più” aveva dichiarato Forni.

    “Nel settore agricolo – quello colpito dalla tragedia di oggi 12 settembre – abbiamo avuto ventidue morti in più rispetto allo scorso anno, nelle regioni del Sud in particolare. Quasi una squadra di calcio. Non è ammissibile. E a farne la spesa sono spesso i lavoratori stranieri, i più precari”.

    “Servono risposte concrete che rispondano alle esigenze dei lavoratori sulla cui pelle non può costruirsi l’economia del paese, calpestando diritti e valori garantiti dalla Costituzione. Serve un piano strategico” aveva infine auspicato Forni.

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