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    Guerra in Ucraina, Di Maio scrive a Fico e Casellati: “No alla missione umanitaria dei parlamentari”

    Di Anton Filippo Ferrari
    Pubblicato il 14 Mar. 2022 alle 17:19 Aggiornato il 14 Mar. 2022 alle 17:19

    No al viaggio in Ucraina dei parlamentari italiani. A chiedere lo stop della missione umanitaria di deputati e senatori con la Comunità Papa Giovanni XXII è stato il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, che ha scritto una lettera ai presidenti di Senato e Camera, Elisabetta Casellati e Roberto Fico. “Pur comprendendo le buone intenzioni dell’iniziativa, con una lettera del capo dell’Unità di Crisi, abbiamo ricordato agli organizzatori l’estrema pericolosità della situazione in tutto il territorio dell’Ucraina, Paese martoriato dalla guerra e verso il quale la Farnesina sconsiglia viaggi a qualsiasi titolo”, le parole di Di Maio nella lettera. “Lo sconsiglio è a maggior ragione necessario per un gruppo importante e visibile di parlamentari e giornalisti – ha aggiunto – che possono rappresentare un obiettivo sensibile e al tempo stesso generare un meccanismo di emulazione”. Il ministro degli Esteri ha poi precisato che “nell’attuale contesto” la presenza dei parlamentari sul suolo ucraino “potrebbe essere facilmente strumentalizzata a scopo bellico o di disinformazione, con conseguenze pesanti per il nostro stesso interesse nazionale. Ciò potrebbe inoltre arrecare grave pregiudizio ai cittadini italiani e stranieri tuttora intrappolati nel Paese”.

    “Mi viene riferito che una trentina di parlamentari avrebbero già aderito alla proposta della Comunità”, ha proseguito Di Maio nella sua lettera a Fico e Casellati in cui ha poi chiesto di rivolgere un appello ai parlamentari a non prendere parte alla delegazione. “Tramite l’Unità di Crisi – ha concluso Di Maio – abbiamo assicurato alla Comunità Giovanni XXIII la disponibilità a fornire ogni assistenza per sviluppare, in sicurezza, altre iniziative umanitarie e di assistenza, anche appoggiandosi alla nostra ambasciata che, con grande difficoltà e in segno di vicinanza con il popolo ucraino, continua ad operare da Leopoli”.

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