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    Nelle chat dei vigili urbani di Roma il Green Pass paragonato al nazismo: “Non faremo multe”

    Di Enrico Mingori
    Pubblicato il 24 Lug. 2021 alle 09:57

    In alcune chat private di vigili urbani di Roma l’introduzione del Green Pass obbligatorio viene paragonata al nazismo: circola anche l’immagine di una bandiera verde con al centro una svastica. E uno dei rappresentanti sindacali dei vigili avverte: “Le violazioni non saranno sanzionate”.

    La vicenda è raccontata dal giornalista Lorenzo De Cicco sul quotidiano romano Il Messaggero. Il Campidoglio e i sindacati hanno preso le distanze e assicurano che le nuove regole anti-Covid saranno fatte rispettare.

    “Green pass obbligatorio, lotta perché non accada”, si legge nell’immagine che associa il passa sanitario al nazismo. La grafica è stata pubblicata in una storia sui social network, tra gli altri, da Marco Milani, segretario romano aggiunto del Sulpl, il sindacato unitario del lavoratori di Polizia locale.

    Interpellato da Il Messaggero, Milani ha così spiegato la sua posizione sul Green Pass: “Il paragone con il nazismo è improponibile? Forse sembrerà improponibile oggi, ma anche quando c’era il nazismo la stessa scienza ti diceva per esempio che l’omosessualità era una malattia e quindi se non ti curavi dovevi metterti la stella gialla”.

    “Io farò di tutto per non essere destinato ai controlli sul Green pass”, ha aggiunto il sindacalista, secondo cui “il tasso di applicazione delle contravvenzioni per il Green pass, sarà nullo”.

    Milani – che afferma di essersi vaccinato contro il Covid ma di essere contrario all’obbligo di Green Pass per i minorenni – ha poi precisato che “nessuna immagine è comparsa nei gruppi Whatsapp”: “Ho semplicemente pubblicato sui miei profili privati post contrari al Green Pass, nessuno dei quali rappresenta una svastica. Come cittadino sono libero di manifestare la mia opinione e ritengo semplicemente che il certificato verde sia fortemente lesivo di quelle categorie economiche come bar, ristoranti e palestre, già messe pesantemente a dura prova dalle chiusure anti Covid”.

    Il Sulpl è intervenuto con una nota: “Ogni aderente può avere le proprie idee sul Green Pass, sui vaccini, sul Covid, sull’appartenenza politica e può liberamente esprimerle al di fuori del proprio eventuale ruolo sindacale. Almeno fino a quando non sarà vietata la libertà di pensiero. I Poliziotti Locali dal canto loro continueranno a far rispettare senza remore la legge, a prescindere che condividano, o meno, i contenuti della stessa”.

    “É incomprensibile dunque l’accostamento tra Green Pass e Sulpl”, prosegue la nota. “Ciò che ci lascia perplessi è che un grande giornale prenda un post pubblicato sul proprio profilo personale da un poliziotto locale, evidenziando (in grande) che è un nostro dirigente”.

    Anche la sindaca di Roma, Virginia Raggi, ha commentato la notizia. “È circolata l’immagine assurda di una svastica nazista contro il Green Pass obbligatorio: un invito, all’interno di una chat dove sono presenti agenti della polizia capitolina, a non applicare i controlli. È una follia inaccettabile”, attacca la sindaca. Ma “oggi devo e voglio difendere i miei agenti”, prosegue Raggi: “La Polizia Locale di Roma Capitale rispetta la legge e la fa rispettare. Chi dice il contrario non ci rappresenta. Dall’iniziativa hanno preso subito le distanze il comando di Polizia Municipale di Roma Capitale e i principali sindacati di categoria”.

    Antonio De Santis, assessore al Personale del Comune di Roma, scrive su Facebook: “L’apologia nazifascista è un reato e la Polizia Locale di Roma Capitale rispetta la legge e la fa rispettare. Questo deve essere molto chiaro. Chiunque abbia intenzione di giocare con vomitevoli simboli alimentando lo scadimento del dibattito pubblico in un momento importante per la città, gioca sporco sulla pelle dei romani e di tutti gli agenti di Polizia Locale che ogni giorno servono la città di Roma”.

    Cgil, Cisl e Uil, infine, assicurano si essere “per il pieno rispetto delle regole ed esprimono ferma condanna verso chiunque boicotti norme e regolamenti indossando una divisa”.

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