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    Genova (lentamente) rinasce: il varo del ponte-nave per traghettare la città nel futuro

    Di Lorenzo Tosa
    Pubblicato il 1 Ott. 2019 alle 12:26 Aggiornato il 2 Ott. 2019 alle 11:11

     

    Genova (lentamente) rinasce: il varo del ponte-nave per traghettare la città nel futuro

    Lo hanno già ribattezzato il “ponte-nave”, e non solo perché ricorda da vicino una chiglia. “Questo ponte è come una nave che attraversa la valle”, e non ci vuole troppa fantasia per capire che sono le parole del suo ideatore, architetto, padre, l’archistar genovese Renzo Piano. Un tocco immaginifico in un’inaugurazione ufficiale, per la verità, all’insegna della sobrietà e del pragmatismo. Due le parole d’ordine che più volte ritornano nei discorsi (brevissimi) di tutta la tribuna autorità: futuro e sicurezza.

    Il futuro di una città che oggi riparte davvero, celebrando la posa della prima pietra – un impalcato di 50 metri, per 26 metri di larghezza e due di altezza che andrà a formare la prima campata – del nuovo ponte di Genova e dei genovesi, che dovrebbe finalmente vedere la luce, in tempo record, nell’aprile 2020. Lo ha annunciato, tra gli applausi, Marco Bucci, sindaco di Genova e commissario alla Ricostruzione, che ha aperto formalmente la giornata facendo gli onori di casa.

    Presenti anche il Presidente del Consiglio italiano, Giuseppe Conte, accompagnato dalla ministra alle Infrastrutture Paola De Micheli, oltre al Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, a Pietro Salini e Giuseppe Bono, rispettivamente amministratori delegati di Salini Impregilo e Fincantieri, le due realtà che materialmente hanno unito gli sforzi in quello che è stato già ribattezzato “il cantiere che non si ferma mai”.

    Credit: Lorenzo Tosa

    Tra gli ospiti, oltre ovviamente a Renzo Piano, anche il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova. Ma, nel giorno in cui Genova ricorda le 43 vittime e si rimette forse definitivamente alle spalle le macerie del ponte Morandi e ricuce spazi e ferite che sembrano impossibili da rimarginare, la mente non può che andare alla sicurezza. Degli operai e dei lavoratori in primis, come ha ricordato lo stesso Piano. “Quando un progettista inaugura un’opera in Giappone, pronuncia poche parole. E la prima e unica cosa che fa è augurare agli operai di lavorare nella massima sicurezza”.

    Credit: Lorenzo Tosa

    Un appello raccolto anche dalla ministra alle Infrastrutture Paola De Micheli e che ricompare, quasi com un mantra, anche nelle parole di Conte. “La sicurezza delle opere – ha detto il premier – è un imperativo morale categorico”. Una sirena ha simbolicamente dato l’avvio ufficiale delle operazioni di sollevamento dell’impalcato, che in pochi minuti è stato fatto salire sino a 50 metri di quota, dove, intorno alle 11.15, è stato posato tra le pile 5 e 6: da quell’esatto, storico, momento, il nuovo ponte non è più un progetto, una bozza, un disegno, un pezzo di carta ma a tutti gli effetti un tassello fisico – seppur work in progress – di una città che lentamente sta ripartendo. A margine dell’inaugurazione, Giuseppe Conte è tornato a parlare delle concessioni. Pur riconoscendo che si tratta di un “procedimento complesso”, il premier è stato categorico: “Non faremo sconti ai privati perseguendo solo l’interesse pubblico”.

    Ieri, intanto, è stato riconfermato ufficialmente il sindaco Marco Bucci nell’incarico (in scadenza il prossimo 4 ottobre) di commissario straordinario alla Ricostruzione. “Genova sta dando una grande lezione al paese intero – ha detto ancora Conte – Tornerò qui fino a quando questo nuovo ponte non sarà completato e continuerà il progetto di rinascita”. Al termine del varo, Conte si è recato all’inaugurazione del punto informativo sulla ricostruzione a Porta Siberia, nel cuore del Porto Antico, dove ha tagliato il nastro dell’infopoint insieme a De Micheli, Toti e Bucci.

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