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    Garattini risponde a Boccia: “Non si può chiedere aiuto alla scienza dopo che la ricerca è stata ridotta in miseria”

    Credit: Ansa

    Il presidente dell'Istituto Mario Negri: "Su terapie e vaccino per Coronavirus ad ora niente di sicuro"

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 15 Apr. 2020 alle 11:27

    Silvio Garattini risponde a Boccia: “Non si può chiedere aiuto alla scienza dopo che la ricerca è stata ridotta in miseria”

    “Non si può chiedere aiuto alla scienza quando la ricerca è stata ridotta in miseria”. Il presidente dell’Istituto Mario Negri, medico e farmacologo Silvio Garattini risponde alle parole del ministro Francesco Boccia, che in una recente intervista ha detto che dagli scienziati il governo “pretende chiarezza” sull’emergenza Coronavirus. “In Italia per la ricerca abbiamo la metà della media delle risorse europee, molti dei nostri migliori ricercatori sono all’estero, nei laboratori più prestigiosi”, ricorda Garattini in un’intervista pubblicata sull’Huffington Post, specificando di non voler alimentare polemiche.

    “La scienza può dare informazioni sulla base delle conoscenze e dei progressi compiuti. Siamo di fronte a un virus nuovo e possiamo fornire indicazioni su probabilità”, sottolinea il farmacologo. “Non si dimentichi mai che la scienza va messa in condizioni di lavorare. Da noi non si può fare sperimentazione animale, se non con enormi difficoltà. Anche per un test su un solo topo bisogna passare attraverso quattro comitati”.

    Sulle terapie utili nella lotta al Coronavirus Silvio Garattini dice che “al momento non c’è niente di sicuro. Ci sono tante proposte, ma nessuna che abbia una solida base scientifica”. Sui vaccini l’esperto è d’accordo con chi sostiene che “sono una scommessa” e “per essere efficaci devono realizzare condizioni precise”. Garattini ricorda che al momento in Italia siamo ancora in fase 1 e che “bisogna preparare la fase 2 fin d’ora e adeguatamente”. “Potrebbe esserci un’altra ondata, quindi è bene non smobilitare troppo rapidamente” avverte. Bisogna quindi utilizzare le prossime settimane “per creare le condizioni perché agli inizi di maggio possa iniziare davvero la fase 2”.

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