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    Funivia Mottarone, tolto il caso alla gip che ha scarcerato i tre indagati. I pm: “Annullare la sua ordinanza”. L’ira degli avvocati difensori

    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 7 Giu. 2021 alle 19:18

    Il presidente del Tribunale di Verbania, Luigi Maria Montefusco, ha riassegnato il procedimento sulla tragedia del Mottarone al gip Elena Ceriotti, “titolare per tabella del ruolo” che era stato assunto dal presidente dell’ufficio Gip Donatella Banci Buonamici come supplente per la convalida del fermo in quanto la collega era assente. Il provvedimento è stato firmato ora perché il 31 maggio il giudice Ceriotti è rientrata in servizio.

    La Procura della Repubblica di Verbania ha chiesto al Tribunale del Riesame di annullare il provvedimento con cui il gip Banci Buonamici lo scorso 29 maggio aveva rigettato la richiesta di misura cautelare per Luigi Nerini, il titolare della “Ferrovia del Mottarone” che gestisce la funivia della strage, e per Enrico Perocchio, l’ingegnere direttore di esercizio. Lo ha confermato il procuratore della Repubblica Olimpia Bossi.

    “È un provvedimento anomalo. Non è mai capitato che durante una partita venga cambiato l’arbitro nonostante tutti riconoscano abbia operato bene”, ha commentato l’avvocato Pasquale Pantano, legale di Luigi Nerini, il titolare della Ferrovia del Mottarone e tra gli indagati per l’incidente in cui sono morte 14 persone,  commentato il provvedimento di riassegnazione del procedimento. “Non si è mai visto un provvedimento del genere. È la prima volta che non per un valido impedimento ma per un problema tabellare sia sostituito un giudice di un procedimento in corso”, ha rincarato l’avvocato Marcello Perillo, difensore di Gabriele Tadini, il capo servizio della Funivia del Mottarone e l’unico dei tre fermati ad essere agli arresti domiciliari.

    Ora è tutto nelle mani di Elena Ceriotti: sarà lei a decidere sull’incidente probatorio e su eventuali altre questioni. Il provvedimento di esonero, su richiesta del presidente del tribunale di Verbania, viene trasmesso alle parti interessate e “per le valutazioni di competenza al consiglio giudiziario presso la Corte d’appello di Torino”, oltre che al presidente della corte d’appello e al procuratore generale sempre di Torino.

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