Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
  • Cronaca
  • Home » Cronaca

    Femminicidi, il capo della Polizia Gabrielli: “Le donne sono considerate delle proprietà”

    Il capo della Polizia Franco Gabrielli si è detto preoccupato sul fenomeno dei femminicidi che ha numeri superiori a quelli diffusi dalle statistiche

    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 3 Feb. 2020 alle 17:35

    “Reati contro le donne hanno un preoccupante numero oscuro e il fenomeno è molto più diffuso rispetto a quanto ci dice la statistica”. Lo ha detto il capo della Polizia Franco Gabrielli parlando a Brescia dopo il delitto di Francesca Fantoni, la 39enne uccisa a Bedizzole. L’ultimo femminicidio in ordine di tempo.

    “Siamo davanti ad un problema culturale. Fino a quando nella società le donne vengono considerate come una proprietà questi
    fenomeni continueranno ad esserci”, ha spiegato Gabrielli.

    “Bisogna fare rete con i centri antiviolenza. Bisogna accompagnare – ha aggiunto il capo della polizia – le vittime perché non si esaurisce tutto con la denuncia, ma spesso i problemi per le donne iniziano in quella fase. Quando una donna viene uccisa è una sconfitta per tutti”.

    Sei in una settimana, cinque in due giorni, una ogni 10 ore. Sono impressionanti i dati riguardanti gli ultimi casi di femminicidio in Italia. Un vero e proprio massacro, come sottolinea il procuratore generale della Cassazione Giovanni Salvi nella sua relazione all’anno giudiziario, tanto da parlare di “emergenza nazionale”.

    Allargando lo spettro le statistiche sono ancora più preoccupanti e dicono di una donna uccisa ogni tre giorni. Storie sempre uguali: denunce per violenze, poi denunce ritirate, solitudine, difficoltà ad uscire dalla condizione di soggiogamento. E la morte incontrata in casa, o vicino casa”.

    Storie vere, come quella di Rosalia Mifsud e Monica Diliberto, madre e figlia, uccise in provincia di Caltanissetta. Rosalia aveva una relazione con Michele Noto, più giovane di 20 anni, e la figlia non voleva. L’uomo ha prima sparato alle due donne e poi si è suicidato.

    Fatima Zeeshan, che avrebbe partorito a breve, è stata aggredita a calci e pugni e poi forse soffocata. Il suo compagno è stato fermato e non riesce a dare una spiegazione per l’accaduto. E ancora le storie di Speranza Ponti, o quella di Rosalia Garofalo massacrata di botte per tre giorni finché non è morta. La vittima aveva presentato almeno due denunce per maltrattamenti, poi ritirate.

    Sei donne uccise in appena una settimana. “Finché non saranno realtà la parità di salario e di occupazione, le donne non saranno economicamente indipendenti e non avranno i mezzi per sottrarre se stesse e i figli alla violenza maschile”, sostiene Mara Carfagna, vicepresidente della Camera.

    Leggi anche:
    Le donne che ci salvano dal virus, le donne che facciamo a pezzi: l’Italia del 2020 (di G. Gambino)
    Leggi l'articolo originale su TPI.it
    Mostra tutto
    Exit mobile version