La Corte d’Appello dell’Aquila ha rigettato il ricorso di Nathan Trevallion e Catherine Birmingham contro la sospensione della responsabilità genitoriale: come disposto il 13 novembre scorso dal Tribunale dei Minori dell’Aquila, dunque, i bambini resteranno in comunità. I giudici hanno chiesto più tempo per vedere i progressi dei bambini, arrivati in struttura poco puliti e poi sorpresi dall’acqua calda, dal soffione della doccia e dagli interruttori della luce. La mamma, per il momento, resta con loro e potrà vederli tre volte al giorno: colazione, pranzo e cena. Ma è proprio sulla donna e sulle sue ossessioni ambientali che i giudici nutrono più dubbi. “I bambini devono usare uno spazzolino con i crini d’asino” ha insistito più volte con gli educatori, che, invece, hanno offerto strumenti per la pulizia dei denti in plastica.
La legale Solinas, comunque, non drammatizza: “Non lo definirei in alcun modo una bocciatura. La lettura della sentenza dice tutt’altro, ed era quello che già ci aspettavamo. La Corte d’appello doveva semplicemente limitarsi a dire se al tempo, quando era stata emessa l’ordinanza di allontanamento, c’erano i presupposti perché il Tribunale potesse farlo oppure no, se vi erano i presupposti formali per l’applicazione di questa ordinanza. La Corte d’Appello, così come fa nel settanta per cento dei casi, ha sostenuto che effettivamente c’erano questi presupposti. Ovvero, i giudici di seconda istanza non hanno ravvisato lacune macroscopiche tali da determinare il rigetto”.
E ancora: “Nel corpo della sentenza si dice che sono stati tali e tanti i progressi e comunque la soluzione alle problematiche predisposte dai coniugi, dai genitori, tali, da avere una sufficiente probabilità di essere valutata in modo positivo dal tribunale. Sarà il Tribunale per i minorenni a decidere e a valutarli nella giusta misura. Non è necessario che ci sia un’udienza, il Tribunale potrebbe decidere in qualsiasi momento”.