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    Epatite acuta nei bambini, Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito metto sotto accusa l’adenovirus

    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 27 Apr. 2022 alle 12:23

    “L’adenovirus è l’agente patogeno più comune rilevato nel 75% dei casi confermati” di epatiti acute nei bimbi in Gran Bretagna e, in particolare, “il ceppo di adenovirus chiamato F41 sembra la causa più probabile”. Lo sottolinea l’Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito (UKHSA) in un report, che mantiene aperta l’ipotesi che questo virus possa essere all’origine delle rare epatiti dall’origine sconosciuta verificatisi in diversi paesi, inclusa l’Italia.

    Finora i casi riportati a livello mondiale sono 169, per sette di loro si è reso necessario un trapianto di fegato e un bambino è morto. Il possibile collegamento con un adenovirus – virus molto comuni che si trasmettono tra le persone e causano infezioni all’apparato respiratorio e digerente – è una delle ipotesi allo studio: finora è stato rilevato in 74 casi su 169.

    Gli scienziati stanno studiando se c’è stato un cambiamento nella composizione genetica del virus che potrebbe innescare più facilmente l’infiammazione del fegato.

    A proposito di adenovirus, a chiarire un aspetto importante è l’ipotesi di Angelo Di Giorgio, pediatra epatologo del Centro epatologia e trapianti pediatrici dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, coordinatore dell’Area fegato-pancreas della Società italiana di gastroenterologia epatologia e nutrizione pediatrica: “Più che responsabile principale potrebbe essere il “grilletto” che innesca la reazione”. “Dell’incremento in Gran Bretagna non conosciamo la ragione. Ma, a mio avviso il virus – ribadisce – non è necessariamente il principale responsabile. A livello di ipotesi penso ad un’alterata risposta immunitaria del bambino: il virus entra e attiva la risposta immunitaria che si innesca anche a discapito del fegato. Il virus funge da “grilletto”, è un trigger si dice in medicina. Un trigger attiva il sistema immunitario, poi per un motivo che non conosciamo, la reazione del bambino diventa eccessiva e magari diretta contro un organo, in questo caso il fegato”.

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