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    Ennesima tragedia sul lavoro in Toscana: operaio muore schiacciato da un rullo

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    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 18 Set. 2021 alle 17:55

    Ennesima tragedia sul lavoro in Toscana: operaio muore schiacciato da un rullo

    Un operaio di 48 anni è morto nell’ennesimo incidente sul lavoro avvenuto negli ultimi giorni in Toscana, dopo essere stato trascinato dai rulli di un macchinario durante il turno serale. Giuseppe Siino, originario della Sicilia e residente a Prato, lavorava da quasi 20 anni per l’Alma, azienda di Campi Bisenzio che produce moquette.

    Secondo il responsabile del reparto di rifinizione dell’azienda, Saverio Giorgetti, al momento dell’incidente, avvenuto intorno alle 21:30 assieme a Siino era presente il caporeparto, che non si sarebbe accorto di quanto accaduto fino a quando non si è fermato il macchinario, anche a causa del forte rumore. “A quel punto il caporeparto è andato a controllare e ha visto il corpo del compagno di lavoro imprigionato nei rulli”, ha detto Giorgetti. L’operaio è stato estratto dai colleghi, che hanno tentato di rianimarlo prima dell’arrivo dell’ambulanza.

    “Le istituzioni e il Governo intervengano su questa emergenza”, ha chiesto in una nota la Cgil. “Assistiamo sconvolti all’ennesimo infortunio mortale sul lavoro. Da mesi, anni sentiamo promesse di intervenire sulle mancanze e i limiti delle norme ma anche di porre rimedio alle evidenti insufficienze dei sistemi di prevenzione e controllo”, ha detto Elena Aiazzi della segreteria Cgil Firenze.

    Si tratta della quinta morte sul lavoro a essersi verificata nelle ultime due settimane in Toscana e la 25esima da inizio anno.

    Nei primi sette mesi di quest’anno, le morti sul lavoro in Italia sono state 677, il 30 percento in più rispetto al livello precedente la pandemia. In tutto il 2020 le morti sul lavoro sono aumentate a 799 dalle 705 dell’anno precedente, mentre le denunce per infortunio sono diminuite a 375.238 dalle 415.725 del 2019. Secondo l’Inail, su 7.486 aziende ispezionate nel corso del 2020, l’86,57 percento è risultato irregolare.

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