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    Roma, edicola costretta a chiudere per tre giorni per aver occupato 30 centimetri di suolo pubblico. Edicolante: “Era per il distanziamento”

    Credit: Facebook
    Di Clarissa Valia
    Pubblicato il 23 Apr. 2021 alle 10:24 Aggiornato il 23 Apr. 2021 alle 10:36

    Succede che un’edicola di Roma è stata costretta a chiudere per tre giorni per avere sforato di 30 centimetri i limiti dell’occupazione di suolo pubblico. L’edicolante di via Luigi Capuana 105, zona Conca d’ Oro, non solo ha dovuto abbassare la saracinesca, ma ha anche pagato una multa complessiva di 270 euro. Il giornalaio Claudio Gardini racconta di avere sforato i limiti dell’occupazione di suolo pubblico con un espositore metallico di quelli per la promozione di locandine di giornali. Motivo? Per assicurare che i clienti rispettassero il distanziamento obbligatorio in tempo di pandemia di Covid.

    L’edicolante ha ricevuto due verbali dai vigili della Capitale, uno da 220 euro e l’altro da 50. A quel punto gli agenti hanno ordinato al giornalaio la chiusura forzata dell’edicola perché dopo due sanzioni consecutive scatta la sospensione della licenza per tre giorni.

    Un grave danno per me“, dice l’edicolante, “per recuperare le perdite ci vorrà un mese. Noi dell’editoria viviamo una crisi nera, 20mila colleghi hanno già dismesso l’attività e solo nel mio municipio sono oltre 200 gli esercenti che hanno riconsegnato le licenze, poi ci si è messo anche il Covid e ora pure la burocrazia che si dimostra ottusa. Eppure ci avevano detto che durante il lockdown eravamo un punto di riferimento perché eravamo tra i pochi aperti…”. Sulla serranda abbassata dell’edicola, che dopo i 3 giorni di chiusura ha riaperto, l’uomo aveva affisso i cartelli: “Essenziali quando vi pare” e “Chiuso per burocrazia“.

    Immediata la solidarietà dell’Usiagi, il sindacato dei giornalai che ha organizzato un sit in proprio davanti all’edicola di Claudio. “Quel che è successo è difficile da credere. Nel solo Municipio III – si legge nella nota – sono oltre 200 le attività commerciali che hanno riconsegnato le licenze, una crisi del commercio di prossimità che non ha precedenti. E mentre il Governo prova a mettere mano ai ristori e agli incentivi, anche per le edicole, gli uffici del Municipio III ritengono urgente ed opportuno far chiudere un’edicola, aperta persino durante il lockdown perché dichiarata servizio ‘essenziale’ dallo Stato”.

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