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    Dopo la Delta, spaventa la variante Epsilon: “Più resistente ad anticorpi dei vaccini mRna”

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 3 Lug. 2021 alle 17:49

    Science: la variante Epsilon è più resistente agli anticorpi dei vaccini di Pfizer e Moderna

    Una variante del nuovo coronavirus rilevata per la prima volta all’inizio di quest’anno in California, ha maggiori probabilità di eludere gli anticorpi generati dai vaccini a Rna messaggero (mRna) come quelli di Pfizer e Moderna. Lo afferma uno studio pubblicato su Science, secondo cui la variante B.1.427/B.1.429, nota come variante epsilon, presenta tre mutazioni della proteina spike tramite cui il virus entra nelle cellule, che la rendono resistente agli anticorpi generati dai vaccini a mRna e anche da precedenti infezioni.

    L’analisi coordinata dal biochimico Matthew McCallum, dell’Università di Washington a Seattle, si basa sull’analisi del plasma prelevato da 15 persone vaccinate con due dosi di Moderna, da 33 vaccinate con due dosi di Pfizer-BioNtech e da 9 che avevano avuto l’infezione da SarsCoV2.

    La variante, identificata in 44 paesi, era stata classificata come una “Variant of Concern” dalle autorità sanitarie statunitensi, prima di essere declassata a Variant of Interest. Anche l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) non classifica la variante tra quelle che destano più preoccupazione e che al momento sono la variante Alfa, rilevata per la prima volta nel Regno Unito lo scorso settembre, la Beta, identificata in Sudafrica, la Gamma, identificata in Brasile e la Delta, identificata in India.

    In Europa sono stati rilevati casi della variante Epsilon in Danimarca (37 casi), Germania (10), Irlanda e Francia (7), Olanda e Spagna (5), Svizzera (4), Norvegia (3), Svezia, Finlandia e Italia (2), Belgio (1).

    Nelle ultime settimane ha destato preoccupazione la diffusione della variante Delta, destinata a diventare dominante nei prossimi mesi. Oltre a essere del 60 percento più efficace nel trasmettersi rispetto alla variante Alfa (identificata per la prima volta in Inghilterra), la variante presenta un rischio 2,2 volte superiore di portare all’ospedalizzazione.

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