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    Milano, donna di 40 anni morta dissanguata per raschiamento: tre medici indagati

    Foto generiche

    Nei guai ginecologi dell'Humanitas

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 1 Ott. 2019 alle 14:01 Aggiornato il 1 Ott. 2019 alle 16:59

    Donna morta per raschiamento: medici indagati

    Tre medici indagati per il decesso di una donna, una quarantenne morta dissanguata per raschiamento lo scorso 12 aprile. È quanto accade a Milano. Nei guai sono finiti tre ginecologi dell’Humanitas.

    La donna aveva vissuto prima il dispiacere per l’aborto spontaneo del bimbo che portava in grembo, poi c’è stata la tragedia. La quarantenne è morta dissanguata poiché, secondo l’accusa, i medici non le hanno subito asportato l’utero che le avevano per errore perforato durante il raschiamento di routine. Le hanno fatto trasfusioni di sangue ma non l’immediata isterectomia, come previsto in tali casi e e che le avrebbe salvato la vita.

    L’udienza preliminare sulla vicenda dei tre medici si aprirà il 10 dicembre.

    A chiedere il rinvio a giudizio dei tre ginecologi è stato il pm Mauro Clerici, che è titolare dell’inchiesta per omicidio colposo nata dalla denuncia del compagno della signora.

    Cosa è accaduto

    La donna, che aveva già una figlia di 4 anni, rimase incinta ancora. La gravidanza però si complicò fino a portare ad un aborto precoce e spontaneo, alla nona settimana. Come è prassi quando si perde un bimbo in questo modo, dopo qualche giorno, su consiglio della sua ginecologa di fiducia, la donna si era recata all’Humanitas per il raschiamento. Si tratta di un intervento chirurgico in anestesia generale che in genere non desta preoccupazioni. Si esegue in day hospital, dura circa 15 minuti e tra i rischi, che sono rari, c’è anche la perforazione dell’utero. Ed è proprio quello che è accaduto.

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    Secondo la ricostruzione, la perforazione subita dalla donna ha causato un’importante emorragia che i tre medici, però, non sarebbero stati in grado di gestire nell’emergenza. I medici hanno proceduto con le trasfusioni di una serie di sacche di sangue senza capire che per salvare la donna andava asportato l’utero al massimo in mezz’ora. Quando poi hanno deciso di procedere con la isterectomia, cioè la rimozione dell’utero con la tecnica della laparotomia, era troppo tardi.

    È stato inutile l’intervento dell’equipe di chirurgia generale della clinica di Rozzano. Quello che doveva essere un banale intervento chirurgico si è trasformato in una tragedia.

    Per i tre ginecologi il pm ha chiesto il processo.

    La nota di Humanitas

    In una nota Humanitas fa sapere che “la paziente è stata sottoposta ad un intervento chirurgico di natura ginecologica” e che “durante l’intervento si è manifestata una seria complicanza cui è seguita un’improvvisa e inarrestabile emorragia”. “A nulla sono valsi – prosegue il comunicato – tutti gli interventi messi in atto dall’équipe chirurgica e il coinvolgimento di tutte le risorse professionali e tecnologiche di Humanitas.  L’ospedale esprime il proprio forte e sincero rammarico per quanto accaduto, nonostante tutti gli sforzi profusi”.

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