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    Disturbi psichiatrici, raddoppiati i casi tra gli adolescenti, gli esperti avvertono: “Intervenire”

    Di Sofia Gadici
    Pubblicato il 28 Gen. 2022 alle 09:54

    In questi giorni la Società italiana di Neuropsicofarmacologia (Sinpf) sta tenendo il suo annuale congresso e rende noti i dati dei disturbi psichiatrici, specialmente tra gli adolescenti. “Con un aumento del 26% della depressione e un +28% dei disturbi d’ansia, la quinta ondata della pandemia in Italia è già in atto”, ha detto Claudio Mencacci, co-presidente Sinpf. La quinta ondata è quella che affligge la mente.

     Mencacci chiarisce che questa pandemia non affligge solo chi ha contratto il virus ” ma della popolazione generale, a partire dalle categorie più fragili, come le donne, gli anziani e i giovani, colpite dai principali fattori di rischio che sono l’impoverimento, la disoccupazione e l’isolamento”.

    Mencacci è direttore emerito di neuroscienze e salute mentale all’Asst Fatebenefratelli-Sacco di Milano. Per lui e i suoi colleghi “il lavoro è letteralmente esploso: un flusso continuo di persone in stato di iperallerta, ipocondria, depressione, perdita del desiderio di contatto con il mondo esterno, individui che si sono isolati e che magari hanno perso capacità cognitive perché lo stimolo del ‘cervello sociale’ non si è più attivato. Paradossalmente chi già era sofferente è più ‘addestrato’ alle anomalie dell’isolamento. Soffre maggiormente la popolazione generale. Ma è un fiume carsico di cui vediamo oggi solo gli effetti più eclatanti e ci interroghiamo su quali saranno gli esiti a lungo termine per i giovani, drammaticamente intaccati da questa situazione”.

    I giovani

    Quello dei ragazzi è un problema mondiale. Un adolescente su quattro presenta i sintomi clinici della depressione e uno su cinque dà segni di un disturbo d’ansia. I casi sono raddoppiati rispetto al periodo pre Covid. “Il protrarsi dell’epidemia rischia di comportare conseguenze gravi sulla società di domani” spiegano al congresso.

    “Più dei bambini – afferma Mencacci – ci preoccupano gli adolescenti. Ridotte ore di sonno, aumento dell’aggressività, abuso di Internet anche nelle ore notturne, eccesso di videogiochi. Sono comportamenti indotti dal confinamento ma anche sintomi della depressione”. È necessario intervenire. Uno studio pubblicato sul Journal of the American Academy of Child and Adolescent Psychiatry ha dimostrato che la presenza di sintomi persistenti di depressione da giovanissimi si associa a una vita adulta più difficile, in cui è maggiore il rischio di ansia, abuso di sostanze e perfino condotte criminali. È più elevata la probabilità di avere problemi di salute e relazioni sociali complicate così come di non raggiungere gli obiettivi di studio e carriera.

    Le cure in Italia

    In Italia “il personale non c’è – avvisa Mencacci – tanto che registriamo una sorta di arretramento della riforma psichiatrica perché mancano professionisti, nell’ordine del migliaio. Il territorio è scoperto, così come sono scoperti gli ospedali dove sono stati chiusi molti reparti perché non c’era chi li facesse funzionare. Un fatto gravissimo: così è impossibile sia fare prevenzione che curare”.

    “Abbiamo bisogno – continua lo psichiatra – di un Pnrr che parli chiaramente di salute mentale. Non ho visto grandi righe su questo tema. Servono risorse per interventi multidisciplinari. Servono prevenzione, interventi precoci e trattamenti. Dobbiamo essere in grado di fare scelte basate sulle evidenze, laiche, dati alla mano, anche nella eventuale somministrazione di farmaci per i sintomi gravi”.

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