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    Disabile segregato in catene ad Agrigento, gli zii chiedono “perdono”

    I familiari sono accusati di maltrattamenti e sequestro di persona

    Di Donato De Sena
    Pubblicato il 29 Ott. 2019 alle 15:47 Aggiornato il 29 Ott. 2019 alle 15:50

    Disabile in catene, zii chiedono “perdono”

    Chiedono “perdono” i due coniugi della provincia di Agrigento arrestati ieri dai carabinieri di Naro per aver segretato il nipote disabile, tenuto in catene. La vicenda è emersa ieri. Marito e moglie avevano legato al letto con una catena il ragazzo, 33enne, con disabilità psichica. Risultano ora indagati per maltrattamenti in famiglia e sequestro di persona.

    Davanti al gip del tribunale di Agrigento, Luisa Turco, hanno ammesso i fatti e si sono detti “dispiaciuti e scossi”. E hanno chiesto anche “perdono” per quanto commesso. La donna ha risposto all’interrogatorio, mentre il marito ha rilasciato dichiarazioni spontanee. Entrambi hanno fornito delle giustificazioni spiegando di averlo fatto perché, nei mesi precedenti, il ragazzo si era allontanato dall’abitazione facendo perdere le sue tracce. Era stato ritrovato, molti giorni dopo, una volta in Calabria e l’altra in Campania.

    La vicenda era anche stata oggetto di alcuni servizi sulla trasmissione Rai ‘Chi l’ha visto’. La situazione dei coniugi di Naro, che dovevano accudire il disabile, era stata segnalata anche ai servizi sociali del Comune. L’inchiesta che ha portato all’arresto è stata coordinata dal procuratore Luigi Patronaggio e dal pm Gloria Andreoli.

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